Sale a 18 il numero di laboratori francesi di Louis Vuitton, che con l’inaugurazione di due nuovi leather ateliers nella regione del Loir-et-Cher conferma la vocazione al made in France. Al taglio del nastro erano presenti, tra gli altri, il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, Bernard Arnault, presidente e CEO del gruppo Lvmh, e il CEO di Louis Vuitton, Michael Burke.
I due laboratori sorgono a pochi chilometri di distanza: ad Azé, il nuovo laboratorio chiamato ‘Oratoire’ è costruito secondo nuovi standard ecologici, con grandi vetrate e da settembre ha accolto poco più di un centinaio di pellettieri. Il secondo atelier è invece situato a Vendôme, in un’abbazia restaurata, che ha aperto i battenti alla fine del 2020. Il laboratorio ‘Abbaye’ mira a diventare il sito di punta di Vuitton per la produzione di preziose borse in pelle di alligatore. I due poli dovrebbero ospitare 500 dipendenti. L’espansione della produzione non si fermerà qui: è stata infatti confermata l’apertura di altri due laboratori di maroquinerie, nella Drôme e nel Maine-et-Loire, nell’anno in corso.
Louis Vuitton attualmente impiega 4.800 persone nei suoi 18 laboratori in Francia e prevede mille assunzioni aggiuntive entro la fine del 2024.
Lvmh ha archiviato l’anno con ricavi record sia rispetto al 2020 sia rispetto al periodo pre-pandemia, con un fatturato di 64,2 miliardi di euro, in aumento del 44% rispetto all’esercizio precedente e in crescita del 20% sullo stesso periodo del 2019 (rispettivamente +36% e +14% a livello organico). Il comparto Fashion & Leather Goods ha registrato una crescita organica del 47% rispetto al 2020 e del 42% confrontando i risultati con quelli del 2019. L’utile netto si è attestato a 12,036 miliardi di euro, in aumento del 156% rispetto al 2020 e del 68% rispetto al 2019.
Secondo quanto dichiarato da Arnault alla stampa internazionale, l’investimento nelle produzione made in France ribadisce la volontà “di ancorare ancora più fortemente la presenza locale su tutto il territorio di Louis Vuitton”, che nel 2021, ha sottolineato il numero uno del gruppo del lusso, “ha realizzato il miglior anno della sua storia ed è diventata una marca culturale”. I due atelier produrranno principalmente pelletteria da ‘precious skins’. Burke, CEO del marchio ammiraglio di Lvmh, ha affermato che la domanda di borse in pelle esotica “fatte in modo responsabile” è in aumento. Le pelli di coccodrillo di Louis Vuitton provengono da allevamenti certificati dal Crocodile Standard, una certificazione lanciata dallo stesso colosso parigino.
Di recente, Vuitton ha attuato i primi rincari del 2022, con accessori e pelletteria che, come prevedibile, hanno visto crescere i propri prezzi.La mossa di Louis Vuitton si inserisce in un trend di rincari che sta coinvolgendo molti protagonisti del lusso, con capofila Chanel la quale, secondo Morgan Stanley, ha aumentato i prezzi delle sue borse di quasi il 20% dall’avvento del Covid. In uno scenario di inflazione galoppante come quello post-pandemia, l’aumento dei prezzi risponde all’esigenza di tamponare il salire dei costi di materie prime, produzione e logistica, tutelando i profitti.