Il second hand attrarre sempre di più i brand italiani. Dopo i recenti progetti svelati da alcune maison di fascia alta, il fenomeno inizia a fare breccia anche in altri segmenti apparel, a partire da denim e outerwear. Diesel ha appena annunciato che darà ai clienti l’opportunità di partecipare attivamente alla strategia di sostenibilità ‘For Responsible Living’, aiutando a mantenere i prodotti in vita per molti anni a venire. Il progetto è entrato in fase di prova nel corso dell’estate di quest’anno, con programmi di riacquisto offerti presso selezionati monomarca in Italia.
Attualmente 900 paia di denim sono state raccolte e rigenerate dando loro una seconda vita. In parallelo al lancio della fase di reselling, il programma di riacquisto rimarrà attivo in Italia. Ogni indumento rigenerato presente in Diesel Second Hand presenterà un logo rosso impresso sulla parte posteriore del capo. “L’impiego di acqua e carbone nel settore del denim – spiega in una nota il marchio di Otb -, è stata ampiamente documentata. L’analisi del ciclo di vita ha mostrato che possono essere necessari quasi 4mila litri di acqua per realizzare un singolo modello in denim. Al contrario, il Second Hand incide in maniera meno impattante: ogni paio di denim è stato raccolto in Italia, rigenerato con cura in strutture specializzate nel denim situate a meno di 300 km dal quartier generale di Diesel e in seguito lavato una volta per essere sanificato. Inoltre, tutti i capi sono irradiati con Viraloff e Odor Crunch, un trattamento combinato dotato di proprietà anti-microbiche e anti-odore sviluppato da Polygiene, che permette di ridurre la frequenza di lavaggio nel corso dell’utilizzo da parte del cliente”. I capi Diesel Second Hand sono ora disponibili all’acquisto in tre store selezionati in Italia (Milano, Firenze e Roma) e online su diesel.com per i mercati europei.
Parallelamente, ma con un approccio diverso, anche il brand di piumini animal-free Save the Duck continua il suo percorso nel segno dell’economia circolare con un’iniziativa su Facebook Marketplace. L’azienda ha infatti creato una pagina con l’obiettivo di incentivare la compravendita di capi di seconda mano e raccoglie e valorizza i modelli originali ripresentandoli ad un nuovo pubblico.
“Questo progetto, dal quale l’azienda non trae alcun profitto – spiega in una nota Nicolas Bargi, founder & CEO di Save the Duck ,- è un primo passo per inserire il brand in una dimensione di circolarità a 360°. I nostri capi sono longevi e pensati per durare nel tempo: proprio per questo il nostro obiettivo è che possano essere riutilizzati, passando di mano in mano nell’arco del proprio ciclo di vita. Tanto più che le taglie e le esigenze cambiano, i colori possono stancare. Lo stesso discorso appare ancora più naturale quando si parla di moda bambino, in cui la vita del capo e il suo uso effettivo sono limitati per natura. E dunque perché non regalargli una seconda vita?”.
Recentemente un numero sempre crescente di maison del lusso nostrane hanno presentato i propri progetti legati a indumenti pre-owned, tra vintage e second hand. Pochi giorni fa è stato lanciato ‘Valentino Vintage’, seguito dalla capsule ‘Icon-Up’ di Salvatore Ferragamo. Durante l’ultima edizione di Milano Moda Donna Gucci ha dato il via alla piattaforma polifunzionale ‘Vault’. Un anno fa è stato comunicato il progetto ‘Upcycled by Miu Miu‘ con protagonista preziosi capi d’epoca.