Roberto Cavalli è pronto a ruggire di nuovo. Con qualche giorno di anticipo rispetto al ritorno in passerella con la prima sfilata dell’era Fausto Puglisi, il marchio svela un imponente progetto immobiliare: la Cavalli Tower. Un grattacielo super lusso a Dubai, in collaborazione con Damac Properties, società di sviluppo immobiliare internazionale con sede nella città degli Emirati Arabi Uniti. Dal 2019, la casa di moda è passata da Clessidra Sgr al fondatore e presidente di Damac Properties, Hussain Sajwani, attraverso la sua società d’investimento privata Dico Grop.
La nuova torre, formata da 485 unità, è situato nel quartiere di Dubai Marina. Il grattacielo fronte spiaggia conta 70 piani con vista su Palm Jumeirah Island e interni firmati dalla maison italiana. Il valore del progetto è di circa 545 milioni di dollari; i lavori di costruzione della torre inizieranno il prossimo anno per una durata stimata di quattro anni, ma alcuni appartamenti sono già stati prenotati. Progettata dal pluripremiato architetto Shaun Killa, ideatore del Dubai Museum of the Future, la torre è suddivisa in tre sezioni: i primi piani rientrano nella categoria luxury, la sezione centrale è considerata upper luxury, gli ultimi piani offrono ai residenti finiture e funzionalità super luxury. Il costo parte da 350mila euro e arriva a qualche milione di euro.
“La Cavalli Tower – dichiara a Pambianconews il general manager Ennio Fontana in occasione della conferenza stampa di presentazione avvenuta ieri a Milano – rappresenterà una pubblicità enorme per il brand”. Per quanto concerne l’andamento della prima collezione moda di Roberto Cavalli disegnata da Puglisi il manager non si perde in giri di parole: “È stata recepita alla grande sia dai clienti wholesale che da quelli finali. Da luglio in poi, le cifre dei negozi sono cambiati notevolmente. La ciliegina sulla torta sarà la sfilata di mercoledì prossimo durante Milano Moda Donna. Il brand Cavalli è oggi un lifestyle a tutti gli effetti. Il prodotto viene proposto a 360°: abbigliamento, accessori, calzature, arredamento, prodotti per la casa, profumi, occhiali, orologi”.
Oltre che dal punto di vista stilistico la svolta comprende anche una concreta espansione retail che parte dagli Usa: “Nel 2022 sono previste diverse aperture retail negli Stati Uniti partendo a dicembre con Bal Harbour (Miami, ndr), seguiranno altre città importanti come Las Vegas e Los Angeles. Bisogna crescere dappertutto, ma certamente a livello geografico punteremo innanzi tutto sulle aree in cui eravamo forti come States, Russia, Medio Oriente ed Europa. Riconquistati questi mercati, penseremo allo sviluppo in Asia. Il territorio italiano è molto importante, abbiamo riattivato i player principali del canale wholesale mentre a livello retail stiamo riorganizzando il flagship di Milano di 1.200 mq (l’unico sul territorio oltre allo store stagionale di Porto Cervo, ndr), stiamo pensando a un’apertura a Roma e se dovessi puntare su un’altra città sarebbe Napoli. Inoltre, sul territorio nazionale, gli outlet store come quelli di Castel Romano e Serravalle riscuotono ottimo successo. Per incrementare la crescita è importante implementare le sinergie tra off e online, l’omnicanalità sarà sempre più centrale per il brand”.
Fontana prevedere di chiudere il fatturato 2021 con un aumento di circa il 25% rispetto al 2020, tenendo però conto che gli ultimi due anni sono stati influenzati dall’emergenza sanitaria. Il manager sostiene che la nuova immagine del marchio, non ultima la recente campagna maschile con Mike Tyson, farà da apripista per Roberto Cavalli.
“Sono entusiasta – ha affermato Sajwani – di presentare il progetto Cavalli Tower a ridosso della Milano fashion week, per far conoscere a tutti la rinascita di un marchio che ha fatto la storia della moda. Vogliamo innovare la label sempre nel rispetto del suo dna, e per farlo Damac dispone di notevoli risorse da poter investire per far sì che Cavalli torni al livello più alto possibile”. “L’unico ostacolo è stato il Covid, speriamo di essercelo lasciato alle spalle”, ha concluso l’imprenditore, confidando di essere stato affetto in prima persona dal virus. Il fondatore di Damac Properties esclude per il momento l’acquisizione di altri fashion brand, ma ricorda che, nonostante la pandemia, negli ultimi 18 mesi ha siglato accordi per 5 nuovi negozi. “Per quanto riguarda il settore moda, il womenswear continuerà ad essere il nostro core business, ma abbiamo in programma di espanderci negli accessori, nelle calzature e nel menswear”, ha comunicato il manager.
Dal 2002, Damac Properties è in prima linea nel mercato immobiliare di lusso del Medio Oriente specializzandosi in strutture residenziali, commerciali e per il tempo libero, in tutta la regione, tra cui Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Libano, Iraq, Maldive, Canada e Regno Unito. Dalla fondazione, la società ha realizzato circa 35mila case. Unendo le forze con alcuni dei marchi di moda e lifestyle ha portato sul mercato nuovi concept, tra cui un campo da golf della Trump Organization, oltre a maison di lusso in partnership con Versace, Just Cavalli, Paramount Hotels & Resorts, Rotana e Radisson Hotel Group.
