La crisi pandemica sembra dare tregua ai grandi mall. Tra le prime insegne d’Oltreoceano a tirare un sospiro di sollievo c’è Nordstrom che ha chiuso il secondo trimestre 2021 con un balzo del 96,7% su base annua, a 3,66 miliardi di dollari (circa 3,1 miliardi di euro). Si intravedono, ma sono ancora lontani, i livelli pre-pandemia, rispetto ai quali il retailer ha registrato un -6 per cento. L’utile, intanto, ha raggiunto gli 80 milioni di dollari (circa 67,81 milioni di euro), contro la perdita da 255 milioni (216 in euro) del 2020.
L’allentamento delle restrizioni per il contenimento del Covid, che avevano pesantemente messo alla prova la tenuta dei department store, ha contribuito, insieme all’avanzamento della campagna vaccinale, a una sensibile crescita delle vendite in tutte le categorie merceologiche per il centro commerciale luxury.
Proprio in virtù dell’ultima performance trimestrale, il rivenditore di Seattle, che ha recentemente acquisito una quota di minoranza di Topshop, Topman, Miss Selfridge e Hiit, attualmente nelle mani di Asos, puntando a raggiungere le fasce di consumatori più giovani, stima quindi un aumento del fatturato pari al 35% nell’intero fiscal year.
Un incremento significativo se si pensa che la scorsa previsione si fermava a una crescita del 25 per cento. Più caute le stime degli analisti, che si contengono a un +29% nelle entrate. Lo scatto in avanti registrato nel secondo quarter, però, non ha pagato in Borsa, dove Nordstrom, in seguito alla divulgazione dei risultati del trimestre, ha accusato una contrazione di oltre il 16% al Nyse, probabilmente dovuta alla distanza che ancora separa le entrate del department store da quelle del 2019 e dalle performance dei suoi competitor, come Dillard’s e Macy’s.