Le previsioni indicavano in modo chiaro come il Covid avesse pesantamente impattato sul turnover dei centri commerciali in Italia. Ora arrivano anche i dati a confermarlo. Secondo l’Osservatorio sull’industry dei centri commerciali 2021 realizzato da Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) e Nomisma, e presentato ieri a Roma a esponenti del Parlamento e delle istituzioni, nel 2020 le strutture sul territorio nazionale (sono oltre 1.300 in Italia) hanno dovuto far fronte complessivamente a una perdita di fatturato del 25% rispetto al 2019, pari a un decremento di 45,5 miliardi di euro. Nel 2019, il giro d’affari dei contri commerciali era di 71,2 miliardi, nel 2020 si è arrestato a 53,4 miliardi.
La fotografia dell’ultimo anno è impietosa. Le chiusure ripetute hanno minato il settore anche sul fronte dei posti di lavoro (meno 55 mila posti nel 2020). Ma l’altro lato della medaglia è quello di un settore che, cercando di recuperare le posizioni perdute, ha vissuto la pandemia anche come un acceleratore delle sue trasformazioni già in atto. Lo racconta a Pambianconews Roberto Zoia, presidente di Cncc. Secondo Zoia siamo di fronte a un revenge shopping che potrebbe dare i suoi frutti dopo l’estate. “Già a maggio ci siamo trovati davanti numeri meno critici seppur con ancora un paio di chiusure nei weekend. Con la riapertura siamo di fronte a un trend più positivo, elemento che, peraltro, avevamo riscontrato anche nel 2020. Allora, da maggio a ottobre c’era stato un netto recupero rispetto alla forte flessione precedente (ovvero in pieno lockdown, ndr), fino ad arrivare al picco di agosto 2020″. “Se a settembre riapriranno le scuole in presenza e si ridurrà lo smart working, considerato il trend di maggio e giugno, tra settembre e dicembre auspichiamo il ritorno ai numeri del 2019”, anticipa Zoia.
C’è fiducia nel ritorno allo shopping in presenza, ma la speranza è accompagnata anche da una precisa visione sui cambiamenti dell’offerta dei centri commerciali. Che sarà sempre più funzionale ai cambiamenti in atto non solo dal punto di vista delle tipologie di consumo, ma anche delle situazioni generali che il Covid ha inevitabilmente portato con sé. “Abbiamo visto che nell’ultimo periodo il comparto dell’elettronica ha registrato ottimi risultati: si acquista online e si ritira in negozio. Immagino che quindi l’elettronica proseguirà il suo trend. L’offerta casa ha retto bene e lo sportswear ha rivelato performance interessanti. L’abbigliamento resterà importante, rimodellando l’experience di acquisto come anche la ristorazione che potrebbe puntare sulla possibilità di utilizzare di più app per l’ordinazione dei pasti in modo da eliminare le code, come sta già avvenendo in alcune strutture”.
La grande novità, però, sarà il capitolo servizi legati al mondo medico. Già ora molti centri commerciali sono diventati hub vaccinali: 23 strutture stanno contribuendo alla campagna nazionale con circa 30mila vaccinazioni al giorno di media. Potrebbe non essere una trasformazione temporanea: “Le Asl ci stanno già chiedendo di prorogare, e c’è la possibilità di spostare su questi hub, già attrezzati, anche una serie di servizi come prelievi che normalmente vanno a gravitare sugli ospedali”, anticipa il presidente di Cncc che ricorda come il recovery plan nella sua parte dedicata alla salute ricorda come “uno dei cardini sia l’assistenza sanitaria di prossimità”. “Molti centri già ospitano cliniche dentistiche e strutture sanitarie. Un’offerta sanitaria come quella degli hub consente ai centri commerciali di poter contare su un flusso di persone che possono diventare anche potenziali clienti”.
In tema di Pnrr, il Cncc ritiene comunque che questo settore, che viene indicato come un insostituibile presidio socio-economico capace di garantire alti livelli di occupazione e di attrarre investimenti privati a integrazione di quelli pubblici, sia in grado di offrire un contributo decisivo alla realizzazione dei diversi obiettivi. In particolare digitalizzazione, efficienza energetica, rigenerazione urbana e servizi sanitari territoriali: sono le Missioni individuate dal Cncc, alla cui realizzazione il comparto dei centri commerciali potrebbe dare un maggiore apporto.