Basicnet, controllante di Robe di Kappa, Superga e K-way, ha archiviato il 2020 con un fatturato consolidato pari a 259,7 milioni di euro, in contrazione del 15 per cento. Il periodo si è chiuso con un risultato netto pari a 8,6 milioni di euro dai 21,1 milioni di euro del 2019. L’ebitda, si legge nella nota, è pari a 19,8 milioni di euro, contro i 42,5 milioni al 31 dicembre 2019. A fine anno la posizione finanziaria netta evidenziava un indebitamento finanziario pari a 82,2 milioni di euro, in lieve crescita rispetto ai 78,3 milioni dell’anno precedente.
Il cda ha deliberato di proporre all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo unitario pari a 0,06 euro, per un ammontare complessivo pari a circa 3,1 milioni di euro. Il dividendo proposto corrisponde a un pay-out ratio del 36,6% (30,3% nel 2019) sull’utile netto consolidato pari a 8,6 milioni di euro.
Nel corso dell’esercizio sono stati posti in essere importanti investimenti a supporto della crescita dei marchi e del consolidamento del gruppo: a gennaio è stata finalizzata, per un corrispettivo pari a 10,5 milioni di euro, l’acquisizione del BasicVillage di Milano. In settembre è stato riacquistato per un corrispettivo pari a 10,9 milioni il marchio Kappa in Giappone, ed è stata completata, per un corrispettivo pari a 1,9 milioni di euro, l’acquisizione di Kappa Europe.
Sulla base del portafoglio ordini acquisito e dei continui investimenti nella valorizzazione dei brand e nel consolidamento del gruppo, è attesa nell’esercizio 2021 “una ripresa commerciale, che sarà comunque fortemente condizionata dalla durata dell’emergenza sanitaria”.
A margine della presentazione dei risultati, Marco Boglione, presidente e fondatore di Basicnet, ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito al dossier Corneliani: “Desidero fare un commento su Corneliani, dato anche l’eco mediatica che ha avuto la nostra due diligence, comune peraltro a tante altre analisi che continuamente svolgiamo su marchi che possano bene coniugarsi con il nostro modello di business ed offerta sul mercato. Non siamo riusciti a trovare la soluzione complessiva per il Gruppo Corneliani, ma senza rimpianti perché ce l’abbiamo messa veramente tutta. I tempi strettissimi, il regime di pandemia e l’estrema complessità del mercato, nel mezzo di una procedura concorsuale, sono stati i più grandi nemici anche per la ricerca dei partner industriali e finanziari necessari all’operazione. Abbiamo coinvolto con slancio e massima trasparenza tutti gli stakeholders, ma la non garanzia di continuità commerciale ci ha impedito di poter andare oltre”.