Il Tribunale di Mantova ha concesso a Corneliani la proroga del concordato in bianco fino al 15 aprile, dopo che lo stesso era scaduto il 15 gennaio. E, con l’ok del Tribunale, esce allo scoperto anche Marco Boglione, presidente e fondatore di BasicNet, il cui nome era emerso tra le indiscrezioni degli scorsi giorni quale pretendente per l’acquisizione. La proroga infatti concederà all’imprenditore il tempo necessario per valutare la fattibilità dell’operazione, e una risposta definitiva, come riporta la Gazzetta di Mantova, è attesa per la fine della prima settimana di febbraio.
“Oggettivamente è una buona notizia visto che noi comunque siamo arrivati in zona Cesarini”, ha spiegato Boglione al giornale . “Siamo contenti che sia stato allungato il periodo per cercare di evitare qualcosa che sarebbe stato molto brutto perché senza il rinnovo non ci sarebbero state alternative alla liquidazione. Ora possiamo continuare a immaginare di fare qualcosa di lungimirante nella massima trasparenza, a immaginare un’alternativa a quello che sembrava un inesorabile processo liquidatorio. Non perderemo tempo e se ci sarà qualcosa che non va nel verso giusto lo diremo subito”.
L’interesse di Boglione “oltre che per l’aspetto commerciale è per la parte industriale che è strategica, quindi non solo per il marchio Corneliani”.
La produzione del marchio, come spiegato da Gianni Ardemagni, segretario generale Femca Cisl asse del Po-Cremona Mantova, per il momento prosegue, si stanno infatti completando le attività per la stagione primavera-estate e si sta definendo il campionario per la stagione autunno-inverno. “In questo senso è importante che anche le attività produttive possano continuare al fine di poter consegnare ai negozi i capi confezionati ed evitare che altri concorrenti prendano quote di mercato oggi in mano a Corneliani”, ha aggiunto Ardemagni.
Negli scorsi giorni è inoltre stato reso noto che Blackwood Fashion Investments Limited, il fondo inglese che aveva depositato un’offerta per rilevare Corneliani, ha fatto retromarcia ritirando l’offerta “in quanto non in grado di supportarla con le adeguate evidenze e garanzie richieste”.