Gli azionisti di Swarovski hanno approvato “la più grande azione di ristrutturazione aziendale dei 125 anni di storia del produttore di cristalli”, che porterà al taglio di 6mila posti di lavoro. Lo rende noto Bloomberg, secondo cui il chief executive officer di Swarovski, Robert Buchbauer, avrebbe avuto la meglio sulla famiglia fondatrice nella sua scelta di ridurre le attività del mass-market business, per concentrarsi su segmenti con margini più alti come la gioielleria.
“La nuova strategia per il nostro core business, le misure di efficienza e la solidità, a lungo termine, dell’azienda rimangono i nostri obiettivi”, ha dichiarato il CEO dopo il voto, che ha registrato il sostegno alle sue decisioni da parte dell’80% degli 80 shareholders.
“Buchbauer – si legge su Bloomberg – ha affermato che l’azienda deve offrire meno articoli, ma più esclusivi e deve ridurre la sua rete di 3mila boutique. I 6mila tagli di posti di lavoro annunciati equivalgono a circa il 20% della forza lavoro di Swarovski. Il turnaround richiederà dai due ai tre anni per essere eseguito, mentre le vendite dovrebbero diminuire di circa un terzo”.
Il nuovo, durissimo, giro di vite si affianca alle notizie dello scorso giugno, quando Swarovski aveva annunciato il taglio di 600 posti di lavoro nel mondo. A motivare la decisione, anch’essa riportata dalla stampa internazionale, erano stati il calo della domanda in Asia e negli Stati Uniti a seguito della pandemia Covid-19.