Un terzo trimestre trainato dalla domanda cinese per Hermès, che nel quarter chiuso a fine settembre registra ricavi in progressione del 18% a 1,72 miliardi di euro. Nei nove mesi, il giro d’affari del gruppo guidato dall’executive chairman Alxel Dumas ha superato i 5 miliardi, in crescita del 16 per cento.
A livello geografico, l’Asia (escluso Giappone) segna un balzo del 19% trainato dalla Cina continentale. Lo scorso luglio, la maison parigina ha aperto il 26esimo store nell’Ex Celeste Impero a Xiamen. Buoni anche i risultati della piattaforma Hermes.cn. In Giappone le vendite sono cresciute del 12%, mentre America, Europa (esclusa Francia) e la Francia evidenziano, rispettivamente, un +10%, un+9% e un +6 per cento.
Segno più anche per tutte le categorie di prodotto: leather goods e selleria (+12%), ready-to-wear e accessori (+17%), seta e prodotti tessili (+8%), profumi (+3%) e orologi (+14 per cento).
Nel medio termine, nonostante le incertezze geopolitiche e monetarie internazionali, il gruppo stima una crescita dei ricavi a cambi costanti.
In mattinata le azioni di Hermès guadagnavano circa 2 punti percentuali alla Borsa di Parigi.
Hermès si rafforza, inoltre, inaugurando nuove strutture produttive. La maison si prepara infatti ad aprire un secondo stabilimento dedicato alla pelletteria nelle Ardenne. I lavori, partiti nel polo produttivo di Tournes-Clirone, dovrebbero essere ultimati nel 2022. A regime, il nuovo polo darà lavoro a 250 nuovi addetti, che verranno formati internamente. Se si tiene conto anche del sito di Bogny-sur-Meuse, inaugurato nel 2004, Hermès impiegherà oltre 500 persone nelle Ardenne. Dal 2010 a oggi il gruppo ha aperto nove stabilimenti per la pelletteria e reclutato oltre 2.100 artigiani, superando in totale i 3.400 addetti fra pellettieri e sellai. Nel 2020 è prevista l’inaugurazione del sito di Guyenne (nella Gironda), cui seguiranno nel 2021 quelli di Montereau (Seine-et-Marne) e Louviers, nel dipartimento dell’Eure.