Dai grandi brand fino ai department store, i colossi della moda e del lusso puntano sempre più sulla sostenibilità. Uno dei più recenti annunci arriva da Kiabi. Il colosso francese del fast fashion ha infatti annunciato di voler moltiplicare per otto il volume dei prodotti eco-progettati nel 2019 rispetto al 2018, arrivando, entro cinque anni, ad avere un’offerta sostenibile che rappresenterà il 70% delle collezioni. L’obiettivo generale, però, è quello di essere “sostenibile al 100% entro il 2030”. Lo scorso marzo, il marchio ha inoltre firmato un accordo con Bci – Better Cotton Initiative con l’obiettivo di sostituire tutto il cotone standard con quello più sostenibile entro sette anni. Non solo, il brand si sta attrezzando anche per ridurre l’impronta di carbonio attraverso, tra le altre cose, l’ottimizzazione delle consegne, per ridurre l’impatto energetico degli oltre 500 negozi in tutto il mondo, e, entro quattro anni, prevede di ridurre anche il numero di volantini del 75 per cento.
Anche El Corte Inglés non si nega alla sostenibilità. Il department store spagnolo ha infatti annunciato l’implementazione del ‘Movimento per la sostenibilità’ per tutte le sue aree di business, ovvero un impegno che, tenendo conto degli obiettivi di sviluppo sostenibile concordati dall’Onu, concentra la propria azione sostenibile su tre pilastri: prodotto, puntando su innovazione, economia circolare, zero rifiuti; pianeta, riducendo l’emissione di carbonio, realizzando edifici più efficienti dal punto di vista energetico, mobilità sostenibile; e progresso, per una società più giusta, inclusiva ed egualitaria. Tra le iniziative già in essere, quella per ottenere la certificazione Zero Waste entro il 2022, che si aggiunge al già totale consumo di energia rinnovabile.
Questi si aggiungono agli altri player che hanno annunciato iniziative alla volta della sostenibilità. Tra i temi recenti di impegno spicca il Brasile.
Per esempio, H&M, altra realtà del fast fashion molto attiva nel campo della sostenibilità, ha annunciato che non comprerà più pelli animali dal Brasile fino a quando non verrà stabilita l’esatta correlazione tra allevamenti e danni ambientali in Amazzonia. Su questa scia, anche Vf Corporation, il gruppo statunitense proprietario, tra gli altri, dei brand Timberland, Vans, The North Face e Kipling, ha annunciato di voler sospendere gli approvvigionamenti di materie prime provenienti dal Brasile, in particolare il cuoio.