Hublot apre le porte del suo quarto store in Italia, inaugurando una boutique a Roma, in Piazza di Spagna. “Questa apertura è molto importante per noi – ha raccontato a Pambianconews Ricardo Guadalupe, CEO di Hublot – ed è in un certo senso il primo punto vendita italiano che possiamo chiamare flagship store. Siamo presenti a Milano, negli spazi di Pisa Orologeria, a Porto Cervo e a Capri con due boutique estive. Questo opening è un nuovo statement che facciamo sul mercato italiano. Roma è strategica, sia per il mercato locale sia come ‘vetrina’ per il turismo internazionale”. Con uno spazio di 65 metri quadrati, il nuovo store coniuga tradizione e modernità, seguendo il concetto, caro alla maison di Lvmh, di Arte della Fusione. Negli anni, infatti, l’azienda svizzera ha dato prova di una costante ricerca d’avanguardia, attraverso il brevetto di materiali innovativi (l’oro inscalfibile Magic Gold, le ceramiche dai colori vivaci e lo zaffiro), e la creazione di movimenti di manifattura (Unico, Meca -10, Tourbillon).
La divisone gioielli e orologi del colosso del lusso guidato da Bernard Arnault, di cui Hublot è parte, ha chiuso il primo trimestre del 2019 con un fatturato in crescita del 9%, superando il miliardo di euro. “Il 2018 è stato un anno eccezionale, direi storico – ha continuato il numero uno di Hublot -, caratterizzato da una crescita molto importante, double-digit. Il primo trimestre dell’anno in corso ha confermato questa progressione a doppia cifra, seppur con un rallentamento ad aprile e maggio. Le tensioni tra Cina e Stati Uniti rendono il contesto economico globale più sfidante, con un chiaro riflesso sull’acquisto di prodotti di lusso”.
A oggi, Hublot vede nell’Europa Occidentale e nella Greater China (Hong Kong, Taiwan e Macao inclusi) i suoi mercati di riferimento. “Fuori dai confini europei, i cinesi sono i nostri principali clienti. Il nostro focus è già su mercato locale, più che sui turisti cinesi nel mondo. Abbiamo 10 punti vendita nella Cina continentale, 6 a Macao e 3 a Hong Kong, dove, entro l’inizio del 2020, cresceremo ulteriormente. Il fatturato che fa capo al mercato cinese beneficia per il 60% degli acquisti entro i confini della Greater China e per il 40% dello shopping dei turisti dall’Ex Celeste Impero nel mondo”.
Dopo Roma, la maison di Nyon si prepara a estendere ulteriormente il suo network. Tra le aperture in cantiere ci sono Hong Kong, Atene, Tel Aviv, Toronto e le isole Hawaii. “Oggi abbiamo 97 punti vendita nel mondo e, nel medio termine, contiamo di superare quota 120 store”, ha concluso Guadalupe, che non esclude sviluppi importanti anche nel canale e-commerce. “Non si può escludere oggi un canale di vendita digitale. Certo, per il nostro brand, o in generale per gli orologi di lusso, non si può pensare di portare su un e-shop l’intera offerta o le stesse collezioni che arrivano nei negozi. Per segnatempo dal costo elevato, l’acquisto in boutique resta un punto di riferimento. Per l’online servono dei progetti speciali, magari delle limited edition disponibili solo sul web”.