Primo posto del podio per il titolo di Nike, protagonista, dall’inizio del 2018, della miglior performance di Borsa sul Dow Jones. Le azioni del colosso dello swoosh, che oggi diffonderà i dati relativi al primo quarter dell’esercizio 2019, hanno infatti guadagnato oltre 36 punti percentuali dall’inizio dell’anno, meglio di quanto fatto da altri giganti a stelle e strisce come Microsoft (+33,6%) e Visa Inc (+31,6 per cento). Venerdì scorso il gruppo dello sportswear ha messo a segno un nuovo record, con il titolo che ha toccato quota 86 dollari, meglio degli 83, 47 dollari del 14 settembre, aggiornando dunque il suo massimo storico.
Negli scorsi mesi, hanno fatto da cornice alla volata in Borsa di Nike le notizie sugli episodi di discriminazione e sessismo verificatisi nella sede di Beaverton, che hanno portato all’uscita di almeno sei executives di Nike (tra loro il brand president Trevor Edwards), ma anche alle scuse pubbliche del CEO Mark Parker e all’adeguamento di stipendio per circa 7.500 dipendenti. La pay review globale dell’azienda è stata attuata nel tentativo di migliorare le condizioni di lavoro. All’inizio di settembre, invece, la Borsa ha accolto con iniziale scetticismo la scelta di Colin Kaepernick, ex quarterback oggi attivista anti-Trump, come testimonial dei trent’anni dello slogan “Just do it”. Poi il listino ha cambiato idea e spinto il titolo oltre i massimi sulla scia del successo di vendite del nuovo merchandising.
Quanto ai bilanci dell’azienda, il dato accolto con maggior favore dal mercato è stata la ripresa del mercato domestico nel quarto trimestre d’esercizio, quando le vendite di Nike hanno registrato un aumento del 13% a 9,8 miliardi di dollari (8,3 miliardi di euro), mentre gli utili sono cresciuti del 13% a 1,1 miliardi, o 69 centesimi per azione, meglio dei 65 centesimi per share stimati da Wall Street. Nei tre mesi al 31 maggio 2018 il numero uno dello sportswear ha ritrovato il segno più in Nord America, suo mercato di riferimento, dove le vendite sono aumentate del 3 per cento. Nell’area Emea, il fatturato è cresciuto del 10%, mentre la Cina ha segnato un balzo del 25 per cento.