C’è una struttura di capitale più flessibile, con l’eventuale apertura a soggetti di puro investimento, senza poteri decisionali, nel futuro della Giorgio Armani Spa. La notizia è stata diffusa da L’Economia del Corriere, che riprende una delibera dell’assemblea straordinaria della società, mettendo in evidenza l’introduzione di due categorie di azioni prive di diritto di voto, il cui valore non può essere superiore alla metà del capitale sociale. Contattata da PambiancoNews, l’azienda ha confermato il no comment. Nel 2016, costituendo la Fondazione Giorgio Armani, lo stilista aveva delineato il quadro della successione in un orizzonte di stabilità e definito le regole di governance della holding, cioè il nuovo statuto a efficacia differita. Questo entrerà in vigore quando si aprirà la successione di Giorgio Armani.
Stando agli aggiornamenti, il 26 settembre il fondatore del gruppo e socio al 99,9% (lo 0,1% fa capo alla Fondazione Giorgio Armani) ha convocato un’assemblea per la ‘modifica dello statuto con efficacia differita’. “Il Presidente – si legge su L’Economia del Corriere, che riporta il verbale – illustra le modifiche allo statuto che si propone di adottare e che si sostanziano nella creazione di due categorie di azioni prive del diritto di voto con conseguente modifica […] degli articoli 7.3 (sette punto tre) e conseguentemente […] 16.1, 18.3 e 19.5″. Armani ha voluto lasciare immutati la denominazione, la sede, l’oggetto (“salva l’introduzione e precisazione dei principi fondanti ai quali l’attività sociale deve essere improntata”) e la data di chiusura del bilancio.
Il Gruppo Armani ha chiuso il 2022 con un fatturato consolidato di 2,35 miliardi di euro, in aumento del 16,5% rispetto al 2021 e superiore al turnover del 2019 (allora i ricavi netti si erano attestati a quota 2,158 miliardi di euro). Ancora più significativo l’incremento registrato in avvio del 2023. Il primo trimestre ha visto ricavi netti in aumento del 18%, “confermando sostanzialmente la crescita in equilibrio tra i vari canali e l’incremento della redditività gestionale”, seppur con qualche variazione in termini geografici con l’Europa in tenuta e gli Stati Uniti dove è “prevedibile un rallentamento” delle vendite.
Nell’anno la redditività gestionale ha raggiunto i 289 milioni di euro a livello ebitda, in crescita del 25% rispetto al 2021. L’ebit ha toccato quota 202,5 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto al 2021. L’utile netto ante imposte si è attestato a 218 milioni di euro, in aumento del 16,4% rispetto al 2021 e del 24,5% rispetto ai livelli pre-pandemici registrati nel 2019.
“Armani – ricorda L’Economia – non ha eredi diretti. Ha tre nipoti: Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio scomparso anni fa e Andrea Camerana figlio della sorella Rosanna. Sono tutti in consiglio, dove siedono anche il manager e amico dello stilista, Pantaleo Dell’Orco e l’imprenditore Federico Marchetti, fondatore di Yoox“.
“La Fondazione – disse Armani al Corriere spiegando le scelte del 2016 – ha lo scopo di reinvestire i capitali in beneficenza e di garantire l’equilibrio nella Giorgio Armani Spa […]. I miei aventi diritto continueranno a far parte del consiglio di amministrazione e saranno proprietari di quote della società che ho destinato loro attraverso un testamento […]. Una parte della Giorgio Armani passerò direttamente alla Fondazione. Sono poi previsti meccanismi per i quali i miei eredi potranno eventualmente liquidare la propria quota cedendola alla stessa Fondazione”.