Oro e gioielli, in tempi di volatilità dei mercati finanziari, possono diventare una scelta di investimento e difatti il comparto della gioielleria nel mercato secondario delle aste ha registrato una crescita costante, specie nell’alto di gamma.
“Stiamo riscontrando un mercato attento, sempre più selettivo nelle scelte di acquisto ma l’appetito per i gioielli di qualità eccezionale rimane più forte che mai” afferma Benoît Repellin, worldwide head of jewellery di Phillips. Nella prima metà del 2024 Phillips ha registrato ottimi risultati per le pietre colorate (rubini, zaffiri e smeraldi) e per i diamanti colorati. Stessi risultati anche per i gioielli firmati e i pezzi d’epoca che incarnano lo stile del loro tempo e tra gli esempi degni di nota, una collana di turchesi e diamanti firmata Van Cleef & Arpels venduta a 4.572.000 dollari di Hong Kong (circa 540 mila euro) e una collana di diamanti firmata Cartier, “Méandres-Bavoir”, venduta a 146.050 dollari. Nelle aste globali di Phillips Jewels di questa primavera, il 75% dei gioielli firmati è stato venduto al di sopra delle stime minime pre-vendita e il 36% ha superato le stime massime pre-vendita. Se l’analisi considera anche il 2023 “l’attenzione si è concentrata – dichiara Leo Criaco, senior specialist jewellery di Christie’s – su gemme e gioielli di alta qualità: diamanti colorati, rubini, smeraldi e, in particolare, zaffiri che hanno registrato performance molto elevate ma sta crescendo l’appetito per i diamanti unici e storici mentre il settore dei diamanti commerciali è piuttosto debole nella fase attuale e i prezzi sembrano ristagnare”.
Le maison più ricercate negli ultimi due anni sono, senza sorprese, i grandi nomi come Cartier, Van Cleef & Arpels, Tiffany, Boucheron, Chaumet e Bulgari. “I pezzi di Bulgari – dichiara Benoît Repellin di Phillips – hanno raggiunto prezzi impressionanti, come una coppia di orecchini in smeraldo e diamanti venduti per 107.950 dollari, oltre quattro volte la stima minima di 24mila dollari, ma anche un aumento della domanda per i gioielli di Tiffany & Co. come dimostra il bracciale di calcedonio, zaffiri e diamanti venduto per 20.320 dollari a fronte di una stima minima di pre-vendita di 7mila dollari. Pezzi speciali di René Boivin, Belperron, Schlumberger, Sterlé e Lacloche continuano ad affascinare i collezionisti, insieme a creazioni di gioiellieri contemporanei come JAR e Hemmerle”, conclude Benoît Repellin.
Per l’esperto di Christie’s “Cartier, Van Cleef, Bulgari, Tiffany si sono consolidati mentre Buccellati è cresciuto molto e inoltre abbiamo osservato un crescente interesse per i gioielli vintage, che classifichiamo tra gli anni 1950-1980; designer americani come Raymond C. Yard, che ha disegnato l’anello di fidanzamento che David Rockefeller regalò a Peggy, o Jean Schlumberger, che ha realizzato pezzi squisiti che si trovano in tutte le collezioni americane e a livello internazionale”. Tra le creazioni più famose di Schlumberger per Tiffany si ricordano la spilla “Bird on a Rock”, un uccello tempestato di diamanti appollaiato su un diamante giallo, e il bracciale “Starfish”, con un’incredibile serie di gemme colorate incastonate a forma di stella marina.
I gioielli firmati dalle principali maison attirano aggiudicazioni ben oltre le loro stime, quando sono in ottime condizioni, rari e desiderabili, come la suite di gioielli Liberté in turchesi e diamanti degli anni ’60 di Van Cleef & Arpels, venduta da Christie’s per 781.200 franchi svizzeri (circa 830mila euro) a fronte di una stima pre-vendita di 220-330.000 franchi svizzeri, o il lotto di copertina del catalogo dell’asta del maggio 2024, un pezzo disegnato da Jean Schlumberger per Tiffany & Co negli anni ’60, una collana di zaffiri colorati, turchesi e diamanti “Hedges and Rows”, offerta per 250-400.000 franchi svizzeri e venduta per 1.255.000 franchi svizzeri. L’esclusivo collier multigioiello “Cartier India Tutti-Frutti” di Cartier, composto da rubini, smeraldi e zaffiri intagliati, diamanti rotondi, perle di zaffiri, rubini e smeraldi, platino e oro, ha realizzato 67.755.000 dollari di Hong Kong (circa 8 milioni di euro) contro una stima pre-vendita di 28-38 milioni di dollari di Hong Kong.
La qualità dei gioielli è fondamentale nella vendita ma per Sotheby’s concorrono altri fattori a far da traino al mercato. “Dopo quattro vendite di un unico proprietario – spiega Quig Bruning, responsabile gioielli di Sotheby’s per le Americhe e l’EMEA – che hanno raggiunto tassi di vendita del 100% e successo di vendite a Ginevra, i risultati della vendita di New York dimostrano che il mercato rimane vivace e dinamico con i due terzi dei gioielli venduti al di sopra delle stime massime da quando il 20 maggio abbiamo rivisto al ribasso il buyer’s premium, a conferma del fatto che una struttura di commissioni più equa è la definizione di ‘client-first’ e non solo incoraggia un maggior numero di acquirenti a partecipare alle aste, ma ribadisce anche che Sotheby’s è aperta a tutti”. “I nostri clienti – prosegue l’esperto di Sotheby’s – cercano i gioielli non solo come ornamento, ma come pezzi di storia e di arte, che racchiudono l’essenza dei loro designer e delle loro epoche, come la collana di diamanti Art Deco Van Cleef & Arpels ‘tie’ venduta per la cifra sbalorditiva di 3,6 milioni di dollari”.
E il mercato secondario delle aste in Italia? “In generale i gioielli – dichiara Cesare Bianchi capo dipartimento di Pandolfini – continuano a suscitare molto interesse per la clientela internazionale e sebbene continui il calo del mercato italiano, si rafforza molto quello estero, in particolare quello asiatico; la clientela con budget importanti cerca sempre più oggetti firmati o molto rari; in sintesi la tendenza del 2024 conferma la ricerca di gioielli firmati ‘one of a kind’ e rare pietre preziose con caratteristiche eccezionali”. “I marchi privi di storia – prosegue Bianchi – e una bassa qualità del prodotto non trovano riscontri sul mercato, ne sono esempio molti brand anche italiani che si sono creati notorietà solo attraverso grandi campagne di marketing”.
“Nel 2024, come negli ultimi anni, – dichiara Luca Ghirondi, capo dipartimento gioielli de Il Ponte Casa dAste da poco entrata a far parte del gruppo francese Millon & associés – la domanda di gioielli firmati dalle più prestigiose maison internazionali o di altissima qualità continua a essere predominante. In particolare, c’è un crescente interesse per i pezzi con una significativa valenza storica o quelli con gemme di eccezionale importanza”. Nel primo semestre 2024 il dipartimento de Il Ponte ha raggiunto oltre 4,2 milioni di euro di volume d’affari con performance degne di nota, come la vendita dell’anello di Marina B con un diamante da ct. 14,67 (302.400 euro) e alcuni esemplari Bulgari degli anni Sessanta, tra cui un bracciale (252mila euro) e due spille (220.500 euro) impreziositi da diamanti e rubini birmani.
“Negli ultimi sei anni – spiega Fabio Nussenblatt, responsabile dipartimento gioielli Finarte – l’andamento dei risultati delle nostre aste di gioielli è in crescita, tendenza confermata anche nelle vendite del primo semestre del 2024 per effetto della domanda sempre crescente di gioielli firmati delle grandi maison della gioielleria italiana e internazionale, tra cui le più richieste si confermano Cartier, Van Cleef, Bulgari e Buccellati, specialmente la produzione d’epoca e heritage/vintage”.
Nelle aste italiane i clienti ricercano quindi gioielli unici, di alta qualità, con pedigree ovvero gioielli firmati, d’epoca e corredati da certificati estremamente precisi e controllati.
“Negli ultimi due anni – afferma Titti Curzio, direttrice del dipartimento di gioielli e preziosi di Cambi Casa d’Aste – le firme richieste sono le più varie, quello che interessa è la qualità dell’oggetto più che la firma in sé; nell’asta dello scorso 26 marzo un anello Bulgari vintage con smeraldo Colombia di ct. 2.30 e diamanti, partito da una stima iniziale compresa tra 18.000 e 22.000 euro è stato aggiudicato a 62.000 euro”.
Tra i risultati importanti che hanno caratterizzato il primo semestre 2024 la vendita record da Aste Bolaffi di un anello con un prestigioso zaffiro blu del Kashmir di 4,61 carati che ha raggiunto 370 mila euro acquistato da un americano. Il gioiello, insieme ad altri prestigiosi lotti, ha trainato una vendita storica per la casa d’aste torinese che, con oltre 2,4 milioni di euro, ha messo a segno un record per il dipartimento.
“Nel breve-medio termine – dichiara Fabio Nussenblatt, di Finarte – ci aspettiamo che prosegua l’incremento della domanda per i gioielli di alta qualità, siano essi firmati o di grande valore intrinseco, rappresentato dalla qualità di zaffiri, smeraldi e rubini. Oltre alla presenza dei privati, risulta significativa nelle nostre aste quella dei grandi buyer internazionali, sempre alla ricerca di beni top quality e rari”.