Il primo semestre 2024 di Lvmh si chiude con un fatturato di 41,7 miliardi di euro, in calo dell’1% a cambi correnti (+2% a valuta costante) rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio. Gli utili del gruppo, cui fanno capo oltre 75 marchi, sono stati di 7,2 miliardi, in decrescita del 14 per cento. Il numero uno del lusso comunica che Europa e Stati Uniti hanno realizzato una crescita a perimetro e valuta costanti, il Giappone ha registrato una crescita dei ricavi a due cifre mentre il resto dell’Asia riflette la forte crescita della spesa dei clienti cinesi nel Vecchio Continente e nel Paese del Sol Levante. Nel solo secondo trimestre la crescita organica dei ricavi è stata dell’1 per cento, sfiorando i 21 miliardi (nel primo trimestre le vendite erano cresciute del 3 per cento).
L’utile da operazioni ricorrenti del primo semestre è stato pari a 10,7 miliardi di euro, pari a un margine operativo del 25,6%, “superando significativamente i livelli pre-Covid. Le oscillazioni dei tassi di cambio hanno avuto un impatto sostanzialmente negativo sul semestre”, si legge nella nota. Le fluttuazioni valutarie sono in effetti costate al gruppo 607 milioni di euro, pari a due terzi del calo dell’utile operativo. “Lvmh ha rallentato a causa della moderazione della domanda di lusso”, ha affermato Luca Solca, analista di Bernstein, osservando che le ragioni principali del calo dell’utile operativo sono state il cambio di valuta estera e gli investimenti nel commercio al dettaglio, riporta il Financial Times.
I risultati di Lvmh sono stati al di sotto delle previsioni, gli analisti di Equita stimavano un fatturato del primo semestre pari a 42,3 miliardi di euro, con una crescita attorno al 3% a livello organico. Nel secondo trimestre, sempre secondo gli esperti, il fatturato avrebbe superato i 21,6 miliardi (+2%, +3,4% organico). Barclays invece prevedeva vendite in crescita del 2% nei primi sei mesi a cambi costanti e un secondo trimestre vicino al +2% sia per il gruppo che per la divisione Fashion & Leather Goods.
Per quanto concerne i mercati durante la conference call di ieri il CFO di Lvmh Jean-Jacques Guiony ha dichiarato che “il cliente cinese tiene abbastanza bene, quelli europei e statunitensi fanno leggermente meglio’ aggiungendo che sono andate bene le vendite in Giappone sostenute dagli acquisti dei turisti attratti dallo yen debole. I clienti locali, invece, sono stati penalizzati dal rialzo dei prezzi”. I ricavi organici nel Paese del Sol Levante sono aumentati del 57% nel secondo trimestre, anche se nel resto dell’Asia sono diminuiti del 14 per cento. Le vendite sono invece aumentate del 2% negli Stati Uniti e del 4% in Europa. “Siamo soddisfatti della crescita in Giappone, ma ciò comporta un costo notevole dal punto di vista del profitto e del margine – ha affermato Guiony -. È estremamente forte. Abbiamo davvero un grande spostamento di attività dall’Asia al Giappone”. Il colosso del lusso non è però riuscito a compensare completamente il differenziale valutario con l’aumento dei prezzi, e deve far fronte anche a costi di affitto e salari più elevati in Giappone, il che significa che i suoi margini hanno subito un duro colpo.
La Cina, come per gli altri conglomerati del lusso, resta un’area centrale. La caccia agli sconti da parte dei turisti cinesi sta avendo un effetto deflazionistico anche nella Cina continentale, nonostante ciò Lvmh continua a registrare buone vendite nel segmento Fashion & Leather Goods con una progressione single digit elevata da inizio anno, ha riferito; sono invece in calo gli affari nel settore degli orologi e dei gioielli.
Nei primi sei mesi dell’anno il segmento Fashion & Leather Goods ha registrato una flessione del 2% reported (+1% organic) dei ricavi totalizzando vendite per 20,7 miliardi di euro. L’utile derivante da operazioni ricorrenti è diminuito del sei per cento. Il margine operativo è rimasto su livelli “storicamente elevati”. Lvmh sintetizza alcuni eventi degli ultimi mesi: la sfilata autunnoi/inverno 2024 di Louis Vuitton by Nicolas Ghesquière ha celebrato i dieci anni della sua direzione creativa. Pharrell Williams ha celebrato lo spirito di viaggio di Louis Vuitton durante la sua ultima sfilata maschile, intitolata ‘The world is yours’, tenutasi presso la sede dell’Unesco a Parigi. Christian Dior “ha continuato a mostrare un notevole slancio creativo, guidato dalla desiderabilità delle collezioni disegnate da Maria Grazia Chiuri e Kim Jones.”. Dopo il successo della linea di pelletteria ‘Triomphe’ disegnata da Hedi Slimane, Celine ha beneficiato della crescente domanda per i suoi accessori. Loewe ha lanciato la sua prima grande mostra a Shanghai, commissionata dal direttore creativo Jonathan Anderson, come tributo alla tradizione spagnola della maison e al suo impegno per l’artigianato. “Fendi ha lanciato la linea ‘Pequin’, reinterpretando la riga caratteristica della maison. Loro Piana e Rimowa hanno confermato il loro ottimo momento. Berluti ha vissuto un buon inizio d’anno”.
Nella call Guiony ha affermato che Dior ha superato Louis Vuitton negli Stati Uniti, mentre in Cina è avvenuto il contrario. Il dirigente ha confermato le notizie dei media secondo cui Louis Vuitton ha aumentato i suoi prezzi del 2-3% all’inizio di luglio, segnando il suo primo aumento di prezzo globale da febbraio 2023. Il manager ha anche condiviso il suo parere sugli investimenti in A&P (advertising and promotions), ora più elevati come percentuale delle vendite rispetto al 2019: “Alla fine, il gas che immettiamo nel motore è in larga misura, almeno nel breve termine, A&P, quindi possiamo abbassare A&P; lo abbiamo fatto e lo faremo ulteriormente, ma questo deve essere gestito con cura”. Ad esempio, il costo delle sfilate è aumentato, ma ora raggiungono un pubblico molto più ampio, dai 300 ai 500 milioni di spettatori qualificati che si sintonizzano online, ha affermato Guiony, come riportato da Wwd.
Il manager ha anche dichiarato che Dior richiederà ulteriori investimenti a seguito dell’indagine dell’antitrust italiana sulle pratiche illegali presso alcuni dei suoi fornitori. Guiony ha affermato che, sebbene la casa di moda si sia assunta la piena responsabilità delle irregolarità rilevate, non era a conoscenza delle condizioni delle aziende subappaltate dai suoi produttori ufficiali. Oltre ad aumentare il ritmo dei controlli, Dior prevede ora di accelerare l’integrazione verticale del suo processo di produzione.
Tornando ai dati relativi alle diverse categorie merceologiche, il segmento Wine & Spirit ha visto un calo del 12% (-9% organic) raggiungendo i 2,8 miliardi, Perfumes & Cosmetics è cresciuto del 3% (+6% organic) per un totale di 4,13 miliardi mentre l’area Watches & Jewelry ha subito una flessione del 5% (-3% reported) arrivando a 5,15 miliard di euro. La sezione Selective Retailing (di cui fanno parte anche Le Bon Marché e Sephora) ha visto una crescita dei ricavi del 3% (+8% organic).
“I risultati della prima metà dell’anno riflettono la straordinaria resilienza di Lvmh, sostenuta dalla forza delle sue maison e dalla reattività dei suoi team in un clima di incertezza economica e geopolitica – ha dichiarato Bernard Arnault, presidente e CEO del colosso francese -. Spinti come sempre dalla nostra duplice attenzione alla desiderabilità e alla responsabilità, abbiamo continuato a lavorare per raggiungere gli obiettivi stabiliti nei nostri programmi di azione ambientale e sociale. In un anno segnato dalla nostra partnership con i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024, siamo onorati di condividere la nostra creatività, l’eccellenza artigianale e il profondo impegno nei confronti della società per rendere questo evento un successo clamoroso e un’opportunità per la Francia di brillare sulla scena mondiale. Pur rimanendo vigili nel contesto attuale, il gruppo si avvicina alla seconda metà dell’anno con fiducia e conterà sull’agilità e sul talento dei suoi team per rafforzare ulteriormente la propria posizione di leadership globale nei beni di lusso nel 2024”.