Inditex guadagna ancora terreno sul campo della sostenibilità. Il gruppo numero uno dell’abbigliamento ha da poco acquisito una quota della start-up americana Galy, specializzata in agricoltura sostenibile. A renderlo noto è stato lo stesso CEO del gruppo spagnolo, Oscar Garcia Maceiras, che nel corso dell’assemblea annuale con gli azionisti ha annunciato l’ingresso nel capitale della società fondata nel 2019 in Usa e nota per star sviluppando – ha spiegato il manager, secondo quanto riportato da Reuters – “un processo innovativo per produrre cotone in laboratorio a partire da cellule vegetali”.
L’operazione, di cui non è stato resa nota la somma investita, rientrata nella già affermata strategia green del colosso del fast fashion, a cui fanno capo i marchi Zara, Massimo Dutti, Pull&Bear e Bershka, che punta a dimezzare le dimissioni della propria filiera entro il 2030. Nel dettaglio, gli investimenti e gli impegni presi dal player galiziano dovrebbero far sì che il 40% delle sue fibre provenga dal riciclo convenzionale e il 25% dai cosiddetti materiali di prossima generazione entro la fine del decennio. A chiedere a gran voce di premere l’acceleratore su pratiche più sostenibili, riporta l’agenzia di stampa, sono anche stati gli investitori, esortando il gruppo a rendere pubblica la lista dei suoi fornitori e l’entità del suo utilizzo del trasporto aereo cargo.
Il gruppo guidato da Amancio Ortega, sempre nell’ottica di ridurre il proprio impatto ambientale, a marzo dello scorso anno invece aveva deciso di investire 15 milioni di euro nel ‘Regenerative Fund for Nature’ (Il fondo rigenerativo per la natura) di Kering. Fondo che è stato lanciato nel 2021 come joint venture dall’organizzazione no-profit Conservation International e dal conglomerato del lusso francese del magnate François Pinault. L’operazione green riguardava un milione di ettari di terreni agricoli di sei Paesi che saranno indirizzati entro il 2026 verso pratiche di agricoltura rigenerativa, ovvero una metodologia che ripristina la salute del suolo e protegge l’acqua e la biodiversità riducendo l’erosione, la lavorazione del terreno e l’uso di prodotti chimici agricoli, integrando inoltre colture, alberi e persino bestiame. A maggio 2022 l’azienda aveva invece firmato un accordo triennale con Infinited Fiber Company per l’acquisto di fibra tessile riciclata Infinna per 100 milioni di euro.