Si conferma in calo il 2023 della filatura italiana. La panoramica di settore tratteggiata da Sistema Moda Italia (Smi) arriva in occasione della 95esima edizione di Pitti Filati, al via oggi fino a giovedì 27 giugno, e conferma, al ribasso, quanto anticipato dalla nota preconsuntiva diramata durante lo scorso appuntamento della kermesse: il 2023 del comparto si è chiuso in calo, ma con una flessione ancora più profonda (-11%) di quanto pronosticato dalle stime di Smi, che si fermavano a -4,2 per cento. Il risultato si traduce in una perdita di circa 357 milioni di euro nei dodici mesi, con un turnover sceso a quota 2,9 miliardi di euro, distaccandosi dal precedente biennio di crescita. Superata ancora, comunque, l’asticella del pre-Covid, con una crescita sul 2019 del 4 per cento.
Guardando più nello specifico al bilancio settoriale, la filatura laniera si conferma il comparto preponderante, concorrendo all’82,3% del turnover complessivo, mentre il filato di cotone copre il 13,6%, seguito dal filato liniero, circoscritto al 4,1 per cento. Tutti i segmenti hanno registrato una performance negativa: i filati lanieri sono calati del -9,8%, mentre la filatura cotoniera e quella liniera hanno accusato una decrescita pari a rispettivamente -18,6% e -6,4 per cento. Il valore della produzione è stato allineato al fatturato, con un calo dell’11,1 per cento. Negativo anche il fronte del commercio con l’estero: calati sia l’export, sceso del 12% a 868 milioni di euro, sia l’import, in discesa del 17,2% a 938 milioni.
E la prima parte del 2024 non fa sperare in una ripresa a breve termine. Anche la nuova annata, infatti, si è aperta in territorio negativo, sia in termini di fatturato che di produzione, come emerge dall’analisi relativa al primo trimestre condotta da Smi su un campione di aziende associate alla Federazione e operanti nel comparto della filatura. A confermare il trend anche i dati Istat, che evidenziano una contrazione del 5,7% per i primi tre mesi del 2024. Un risultato determinato soprattutto dall’andamento del mese di gennaio (-7,8%), e il trend solo lievemente meno negativo di febbraio e marzo (entrambi a quota -4,7 per cento). Preoccupanti, anche in questo caso, i risultati di import ed export, rispettivamente in flessione del 28,3% e del 13,3 per cento.
La complessa congiuntura economica fa da sfondo all’appuntamento fieristico presso i consueti spazi della Fortezza da Basso, a Firenze, che darà spazio alle proposte autunno/inverno 2025-26 di 142 aziende. A supportare ancora la kermesse sono il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e Agenzia Ice, insieme a Unicredit in qualità di main partner, in seguito al rinnovo dell’accordo per il triennio 2023-2025. Come per l’appuntamento dedicato alla moda maschile, il tema della manifestazione è ‘Pitti Lemon’, che ispira il mood e lo stile dei saloni estivi di Pitti Immagine.
“Grazie a questa collaborazione – ha dichiarato Agostino Poletto, direttore generale Pitti Immagine – possiamo investire preziose risorse anche nell’invito a compratori provenienti dai mercati emergenti, sia quelli che sappiamo essere potenziali nuovi clienti del made in Italy di qualità, sia quelli che stanno già diventando importanti per i nostri espositori nazionali. Per questa attività abbiamo lavorato con il personale degli uffici Ice all’estero, trovando sempre competenza e approfondita conoscenza dei rispettivi contesti di distribuzione e consumo, elementi decisivi per una seria programmazione”.
Il racconto delle tendenze trova posto presso il nuovo Spazio Ricerca curato da Angelo Figus con Nicola Miller e Carrie Hollands, i cui temi e colori sono anticipati dallo spazio Color Room, in un’installazione di Alessandro Moradei.