Il dual listing su Milano di Prada? Al momento non sarebbe una “priorità” per gli azionisti. Lo ha riferito ieri il CEO del gruppo italiano, Andrea Guerra in occasione del summit Business of Luxury organizzato dal Financial Times a Venezia. Parlando con la direttrice del quotidiano economico, il manager ha spiegato appunto che il progetto di doppia quotazione che il gruppo ha ipotizzato dal 2022 non sarebbe in cima agli impegni futuri della maison. Si tratterebbe, quindi, di un cambio di scenario per Prada che negli ultimi due anni e, soprattutto, nel corso dell’ultimo anno, aveva confermato più volte la volontà di sbarcare anche sul listino azionario milanese. Prada si è quotata a Hong Kong nel 20211. Proprio la scorsa estate Lorenzo Bertelli parlando al summit del Financial Times aveva detto di vedere la doppia quotazione di Prada anche a Milano come “un modo per costruire ponti tra Ovest ed Est, in una fase di crescenti tensioni globali” e l’ingresso di Andrea Guerra a inizio 2023 era stato letto dagli addetti al settore, tra le altre cose, nell’ottica di una gestione del dual listing a Piazza Affari.
A Venezia, Guerra ha parlato anche di acquisizioni, dicendo che non ci sono all’orizzonte operazioni su larga scala. Il riferimento è legato a possibili mire su grossi nomi come
Armani o
Versace dopo che negli scorsi mesi si erano accese speculazioni dopo che
Giorgio Armani aveva accennato a possibili cambiamenti per la sua azienda una volta che non sarà più al comando, sottolineando che non avrebbe escluso una fusione dopo la sua uscita di scena. Per il momento il Gruppo Prada si è detto concentrato sulla crescita dei suoi marchi, tra cui
Miu Miu (reduce da un
primo trimestre a +89%) e
Church’s.
Il gruppo, come altri marchi di lusso, ha inoltre recentemente acquisito fornitori locali. Prada negli ultimi anni ha acquistato una partecipazione nella conceria
Superior e ha collaborato per investire con
Zegna nel produttore italiano di cashmere
Filati Biagioli Modesto e nello specialista di maglieria
Luigi Fedeli e Figlio.
Nonostante abbia escluso qualsiasi mossa importante per il suo gruppo a breve termine, Guerra ha affermato di aspettarsi una maggiore attività di M&A nel settore nei prossimi anni. “Tra due, tre, cinque anni accadranno molte cose, avverrà un consolidamento”, ha detto Guerra, senza approfondire i possibili attori. Il manager ha, inoltre, aggiunto di aspettarsi una sorpresa positiva quest’anno dal mercato statunitense per il settore del lusso. “Sono cautamente positivo sugli Stati Uniti. Penso che Prada abbia un certo rapporto con il consumatore americano, ma forse siamo stati un po’ sottorappresentati come azienda. Quindi abbiamo del lavoro da fare”, ha spiegato.