Shein preme sull’acceleratore per l’Ipo a Londra. Accantonata la prospettiva di Wall Street, a causa delle tensioni tra Cina e Stati Uniti e le resistenze della Sec, il colosso dell’ultra fast fashion sarebbe pronto a quotarsi alla Borsa di Londra già questo mese, ha anticipato Reuters. Secondo l’agenzia di stampa, l’e-tailer prevede di aggiornare l’autorità cinese di regolamentazione dei titoli sul cambiamento della sede dell’offerta pubblica iniziale, presentando domanda presso il London Stock Exhange (Lse). Al momento sia Shein sia il London Stock Exchange avrebbero però rifiutato di fornire commenti al riguardo.
Shein era stata valutata 66 miliardi di dollari (circa 61 miliardi di euro) in occasione di una raccolta fondi lo scorso anno. Nonostante la scelta sia ricaduta su Londra, secondo Reuters Shein non avrebbe comunque abbandonato l’idea di sbarcare al Nyse e prevedrebbe di mantenere viva la sua richiesta alla Sec nel caso in cui cambiasse la posizione delle autorità di regolamentazione statunitensi. Tra gli scenari possibili, anche quello di una seconda quotazione a New York in seguito a quella londinese, quando le acque si saranno calmate.
Il dragone della moda a basso costo aveva chiuso il 2023 con ricavi per 45 miliardi di dollari (circa 41,7 miliardi di euro) e profitti per 2 miliardi. Nel 2022, si stima avesse registrato utili per circa 700 milioni di dollari e il fatturato era salito del 44% a 22,7 milioni. Shein si era così confermato una della aziende più redditizie del settore, arrivando a superare la svedese H&M, che nell’esercizio terminato a novembre 2023 ha totalizzato ricavi pari a circa 21 miliardi di euro e utili da 810 milioni. Solo Inditex, casa madre di Zara, ha superato Shein sul fronte dei profitti nel 2023, sfiorando i 6 miliardi di euro, ma non nei ricavi (fermatisi a circa 36 miliardi).