Il rischio che il dress code ‘The garden of time’ trasformasse il Met Gala in una succursale di Orticola è stato tutt’altro che remoto. Alcuni look che ieri sera hanno sfilato lungo la scalinata del Metropolitan Museum of Art avrebbero potuto essere protagonisti anche della mostra mercato milanese dedicata a fiori e piante. L’evento allestito per inaugurare la mostra ‘Sleeping beauties: reawakening fashion’ del Costume Institute ha visto susseguirsi la consueta folla di star del cinema, della musica e, ovviamente, della moda. Come prevedibile, molti invitati, capitanati da Anna Wintour, hanno indossato creazioni di Loewe disegnate dal direttore creativo, Jonathan Anderson, honorary chair della serata. Non sono mancate le griffe europee legate ai colossi del lusso Lvmh, Kering, Prada Group e Richemont così come i marchi degli americani Capri Holdings e Pvh. A sorpresa però i gradini sono stati solcati da numerose ‘very important people’ in abiti realizzati da stilisti indipendenti, molte più che nelle passate edizioni.
È il caso di Sarah Jessica Parker, che si è affidata all’istrionico Richard Quinn, mentre la top model Ashley Graham e la cantante Camila Cabello hanno scelto Ludovic de Saint Sernin. Willy Chavarria, uno dei (pochi) brand statunitensi emergenti di rilievo, ha realizzato l’abito dell’attore Colmar Domingo. Sia il premio Oscar Eddie Redmayne, in Steve O Smith, che Mindy Kaling, in Gaurav Gupta, hanno spiegato ai microfoni dei giornalisti il processo creativo intrapreso dai rispettivi designer per la realizzazione dei propri look. Rebecca Hall ha optato per Danielle Frankel, Maleah Joi Moon per Collina Strada, Chloë Sevigny si è invece affidata a Dilara Findikoglu, e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Parallelamente molte star hanno selezionato look provenienti dagli archivi della maison o ispirati a mise del passato. Zendaya, tra le prime ad arrivare nel ruolo di host, ha sfoggiato due look. Una creazione di Maison Margiela Artisanal by John Galliano, rivisitazione di un vestito che il designer aveva realizzato per Dior nei primi anni Novanta. La giovane attrice ha poi indossato un abito nero di Givenchy del 1996 disegnato sempre da Galliano abbinato a un voluminoso cappello di Alexander McQueen by Philip Treacy del 2007. Tante star hanno scelto di indossare mise tratta dall’ultima applaudita collezione couture di Margiela, in primis Kim Kardashian, tanto che il Washington Post ha provocatoriamente titolato ‘The real winner of the Met Gala was John Galliano’. Nei giorni scorsi The Cut aveva persino ipotizzato che in realtà la retrospettiva di quest’anno avrebbe dovuto essere dedicata a lui. Iris Law ha attinto agli archivi di Atelier Versace così come Camila Morrone da quelli di Chanel.
Hanno anche esordito sul red carpet del Met Gala i nuovi direttori creativi di Alexander McQueen e Chloé, rispettivamente Sean McGirr e Chemena Kamali, affiancati da numerose celebrities. Il produttore teatrale Jordan Roth ha indossato una delle ultime creazioni couture di Pierpaolo Piccioli per Valentino, presente insieme alla figlia Benedetta (in Atelier Versace). Inaspettatamente ci sono stati anche look in denim grazie a Diesel (Kylie Minogue) e Gap. Il retailer americano ha realizzato il maxi dress dell’attrice premio Oscar Da’Vine Joy Randolph, arrivata al braccio del neo direttore creativo Zac Posen.