Underscore District continua a credere nei nuovi talenti. Dopo essere entrato con una quota di minoranza in Magliano a dicembre 2022, il player (ex Impossible Brands), acceleratore attivo nel mondo della moda, ha recentemente rilevato la maggioranza di GR10K, marchio made in Italy rappresentante del gorpcore, stile che esalta un abbigliamento prettamente utilitaristico, tipicamente workwear, e dall’estetica ‘brutalmente’ provocatoria.
Fondata da Anna Grassi nel 2019 e con sede a Busto Arsizio (VA), la label rappresenta ad oggi il quarto investimento del gruppo, sempre attento ai ‘creativi di nuova generazione’, che, oltre a Magliano, vanta in portfolio Piumestudio, etichetta di calzature donna nata nel 2021, e il retailer Wok Store. “Come gruppo noi facciamo uno scouting costante di quelli che pensiamo possano diventare i futuri player del new luxury – racconta a Pambianconews Edoardo Di Luzio, CEO e co-founder di Underscore District -. Nello specifico, abbiamo seguito con attenzione GR10K per circa un anno e siamo entrati in contatto tramite dei nostri advisor e grazie a persone in comune con l’universo Magliano”.
Strutturato come collettivo anti-identitario, GR10K si caratterizza per il proprio approccio multidisciplinare e per volontà di rivoluzionare capi iconici con materiali, metodi di produzione e tecnologie innovative e sperimentali. Attualmente il brand è presente in oltre 70 store selezionati in Europa, Asia e Stati Uniti e nel 2021 ha avviato una collaborazione con il noto brand sportswear Salomon.
Come per l’operazione con il luxury brand fondato da Luca Magliano, anche in questo caso il tempismo è stato fondamentale: “Vista la crescita degli ultimi due anni – prosegue il manager – abbiamo pensato che il marchio avesse ora bisogno di un supporto sia strutturale che produttivo e commerciale per fare lo step successivo. Siamo entrati con una quota di maggioranza perché questo ci permette di sfruttare al massimo le sinergie del nostro gruppo, lasciando al contempo ai designer uno ‘steering’ dal punto di vista creativo, e perché riponiamo la massima fiducia in chi già lavora nel progetto. Andremo quindi a rafforzarne l’identità del marchio, ampliando l’offerta merceologica e la presenza in retailer di primo livello”.
Tra le ragioni che hanno guidato l’acquisizione ci sono sicuramente anche fattori chiave come l’italianità e l’atemporalità del progetto: “Per noi l’italianità è fondamentale in quanto nel nostro Paese, rispetto all’estero, vediamo una mancanza di investimenti e di aggregazione. Soprattutto sui brand giovani. È doveroso quindi riconoscerne le potenzialità e cercare di fare sistema in un mercato, quello dei brand in fase di crescita, dove anche la parola ‘emergenti’ può essere limitante rispetto all’immagine e alla credibilità futura dell’azienda, diventando poi un’etichetta difficile da togliere di stagione in stagione. Se dovessi infatti usare una parola, che guida anche i nostri investimenti, sceglierei ‘promettente’. Cerchiamo sempre brand nei quali vediamo un potenziale ‘timeless’. Non inseguiamo l’hype o il fenomeno del momento. Prediligiamo player più piccoli, ma nei quali riscontriamo un dna non legato al trend quanto ad una creatività trasportabile anche nei prossimi dieci anni”.