Dopo la flessione del mese di luglio, l’export degli orologi svizzeri torna a crescere in agosto. Il polo elvetico rappresenta oltre la metà del fatturato mondiale del settore dell’orologeria ed esporta oltre il 90% della sua produzione. Le vendite all’estero di segnatempo svizzeri sono state pari a 1,81 miliardi di franchi (1,90 miliardi di euro) ad agosto, il 4% in più rispetto allo stesso mese del 2022. Nel totale dei primi otto mesi del 2023, l’export ha toccato quota 17,35 miliardi di franchi, in aumento del 9,2 per cento.
Stando ai dati della Federazione dell’industria orologiera svizzera (FH), ad agosto otto dei primi dieci mercati hanno registrato il segno positivo: Stati Uniti 297 milioni di franchi (+13%), Cina 190 milioni (-27%), Hong Kong 146 milioni (+29%), Regno Unito 136 milioni (+21%), Giappone 125 milioni (+8%), Singapore 111 milioni (+3%), Germania 96 milioni (+5%), Francia 79 milioni (+14%), Emirati Arabi 67 milioni (+8%), Italia 57 milioni (-6 per cento). Di contro, nei primi otto mesi dell’anno tutti i dieci mercati principali riportano il segno più.
Quanto alle tipologie di prodotto, nel mese, gli orologi con un prezzo superiore ai tremila franchi hanno segnato un +5,1% in valore; la gamma base (prezzi inferiori ai 200 franchi) ha riportato un +11,6 per cento. Gli orologi della gamma medio-alta, con prezzo tra 500 e 3 mila franchi, hanno avuto un -3,6%; infine, i modelli di gamma media (prezzo tra 200 e 500 franchi) hanno perso lo 0,5 per cento.
Rispetto all’andamento dei prossimi mesi, la Federazione ha espresso cautela: è possibile che in questa seconda metà dell’anno la crescita dell’export si riveli “nel complesso meno forte di quella della prima metà”. Ciò non dovrebbe comunque impedire che il bilancio finale del 2023 possa registrare un balzo in positivo sullo scorso anno.