Alzare il posizionamento del brand puntando su articoli più costosi, inclusi nuovi complementi per l’arredo. È la strategia di Ralph Lauren che dal 2018 ha registrato un aumento medio dei prezzi di circa l’80%, con una crescita dei margini lordo rispetto al pre-pandemia. La notizia è stata diffusa da Bloomberg, che ha intervistato il CEO della griffe Patrice Louvet: “Non credo che ci sia un limite finché facciamo un buon lavoro nell’elevare il prodotto, la narrazione e l’ambiente – ha dichiarato il manager -. È nostro compito essere sicuri di agire in modo coerente”. Tuttavia, l’analista di Bmo Capital Markets Simeon Siegel ha evidenziato come, sebbene il brand abbia operato aumenti record nel settore, la performance del margine lordo risulti inferiore a quella del comparto.
Nei tre mesi all’1 aprile scorso, il brand americano ha registrato ricavi in lieve progressione (+1%) a 1,54 miliardi di dollari (circa 1,37 miliardi di euro), portandosi oltre gli 1,47 miliardi attesi dal consensus Ibes/Refinitiv. Nei tre mesi, l’utile è salito da 24 a 32 milioni di dollari. La performance del Q4 riflette il rallentamento dei mercati americano ed europeo, mentre le buone notizie arrivano dall’Asia (+13% a livello di macroarea; +30% in Cina). Quanto all’intero esercizio fiscale, il turnover è salito da 6,2 a 6,4 miliardi di dollari (+4%), mentre i profitti sono scesi da 600 a 523 milioni.
Nei prossimi cinque anni, l’azienda Usa punta all’espansione in India (dove al momento è presente con quattro punti vendita) per stabilire una forte presenza nel Paese che evidenzia un grande potenziale di espansione. Il brand ha scommesso anche sulla Cina, che ora rappresenta circa il 6% delle entrate. Sebbene sia “circa il doppio rispetto a diversi anni fa”, ha precisato Louvet, si tratta di una percentuale ancora abbastanza piccola, considerando la penetrazione del business cinese per alcuni big player lusso. È previsto inoltre un miglioramento a livello distributivo in Europa e nelle Americhe.