Sarà, come noto, Valentino, l’apripista della Milano Fashion Week Men’s Collection primavera/estate 2024, in programma dal 16 al 20 giugno 2023 e realizzata grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di Ice Agenzia e del Comune di Milano. Il calendario provvisorio della manifestazione è stato presentato ieri da Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che potrà contare su 22 sfilate fisiche e cinque sfilate digitali, 30 presentazioni, quattro presentazioni su appuntamento e 11 eventi per un totale di 72 appuntamenti. A chiudere la tornata di sfilate fisiche sarà Zegna, lunedì 19 giugno, mentre il giorno successivo sarà dedicato ai contenuti digitali (presentati sulla piattaforma di Cnmi) dei brand Carnet-Archive, Gams Note, Maragno e Uni Form. A sfilare la prima volta in calendario sarà il brand Andersson Bell, mentre tra le presentazioni debuttano Maccapani, Maison Laponte, Marcello Pipitone – Bonola, Mcm, Setchu e Skin of Nature. Tornerà nella schedule sfilate il brand Neil Barrett, mentre tra le presentazioni torna Ralph Lauren Purple Label.
“Questi highlights – ha spiegato alla stampa Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico, con deleghe a Moda e Design, del Comune di Milano – dimostrano che Milano e l’Italia sono sempre più attrattivi, a livello internazionale, per il sistema moda. La fashion week dello scorso febbraio ha segnato un record di indotto, toccando i 70 milioni di euro. Alle opportunità offerte da queste manifestazioni di affianca però una carenza di addetti del settore, che oggi lavora per far avvicinare i giovani alle professioni artigianali. Abbiamo a cuore questo tema e da parte del Comune c’è la disponibilità ad avviare un tavolo di confronto sull’occupazione”.
“Il fashion month dedicato al menswear – ha aggiunto Carlo Capasa – inizia con Pitti Uomo: Fendi sfila a Firenze, ma di fatto apre le passerelle di giugno. La moda uomo è un comparto centrale per il made in Italy. I numeri di settore ci fanno guardare alla Milano Fashion Week con ottimismo, con una crescita di fatturato del 14% nel primo bimestre del 2023, rispetto ai primi due mesi dello scorso anno”. Tra i nomi affermati delle sfilate maschili si confermano Dolce & Gabbana, Dsquared, Etro, Prada, Jw Anderson e Giorgio Armani. In attesa del debutto di Sabato De Sarno alla direzione creativa Gucci opterà invece per una presentazione. Spazio alla new wave creativa con le collezioni, tra gli altri, degli italiani Federico Cina e Magliano, le cui passerelle scelgono la formula co-ed.
Guardano ai dati di settore, per l’industria italiana della moda, la conclusione del 2022 è stata positiva. Nel Q4 2022 il fatturato è cresciuto del 15,3% su base annua, +15,8% nei settori “core” (tessile, abbigliamento pelle, pelletteria e calzature) e +14,1% in quelli collegati (beauty, gioielli e bigiotteria, occhialeria). L’avvio del 2023 ha confermato la tendenza positiva con una crescita del fatturato del 14,4% su base annua, rispetto al primo bimestre 2022 (+13,8%nei settori “core” e +15,9% in quelli collegati). L’aumento del fatturato è più elevato dell’inflazione dei prezzi industriali del settore che si sono fermati a +9%, in linea con quelli generali dell’industria manifatturiera. L’aumento dei prezzi industriali si è scaricato solo in parte sui prezzi al consumo. Anche nell’ultimo trimestre 2022, in cui più forte si è fatta la pressione inflazionistica, i prezzi al consumo dei prodotti della moda sono cresciuti intorno al 3% su base annua, a fronte della crescita dell’indice generale dei prezzi al consumo che ha toccato l’11,7% su base annua nell’ultimo trimestre del 2022. Nel 2022 l’industria italiana della moda ha registrato un fatturato di 98,3 miliardi di euro (+18%). Per il 2023 Cnmi stima un giro d’affari di 103,5 miliardi (+5,3 per cento). L’export annuale dovrebbe invece crescere dagli 86,3 miliardi del 2022 ai quasi 93 miliardi del 2023″.
“Delle tre F che fanno grande l’Italia nel mondo (Fashion, Food, Furniture), la moda gioca senza dubbio alcuno un ruolo chiave – ha dichiarato il presidente di Ice Matteo Zoppas -. Basti pensare che su 620 miliardi di esportazioni di beni italiani all’estero, la moda ne produce 80. Un settore che nel 2022 ha prodotto 108 miliardi di euro, crescendo del 21% sull’anno precedente. Il trend positivo sembra essere confermato anche per il 2023: nei primi due mesi di quest’anno il valore delle esportazioni di prodotti del settore tessile/abbigliamento è cresciuto di circa il 13 % rispetto al 2022, sfiorando gli 11 miliardi di euro. A trainare il comparto il menswear con un + 22% rispetto al 2021 e 6 miliardi di esportazioni. Tutti numeri positivi che assumono ancor più valore se consideriamo quanto le conseguenze della pandemia, gli effetti inflattivi e il conflitto russo-ucraino possano aver impattato su questo trend positivo. Un plauso, dunque, a tutti gli imprenditori che si sono dimostrati resilienti e hanno mantenuto salda la barra dritta, mantenendosi in zona crescita nonostante l’inflazione al 12 per cento”.
“L’Italia – ha continuato Zoppas – è seconda al mondo per export del settore moda, solo alla Cina. Quest’ultima è una potenza mondiale che conta un export di ben 433 miliardi di euro, ma questo gap non deve preoccupare: il nostro è il Paese con la più alta concentrazione di aziende produttive per i brand di alto di gamma che è la punta della piramide del valore. L’Italia esporta 80 miliardi di prodotti di alta gamma di cui possiamo andare fieri perché siamo tra i migliori produttori nel mondo, grazie al genio e alla maestria di artigiani, imprenditori e di tutta la catena di produzione della moda”.
Quest’anno, in concomitanza con la Milano Fashion Week Men’s Collection di giugno, il Fashion Film Festival Milano (FFFMilano), evento internazionale di moda e cultura fondato e diretto da Constanza Etro, celebra la sua nona edizione con numerosi eventi fisici e digitali dal 12 al 19 giugno.