La ripresa della Cina porta Lvmh oltre le attese nel primo trimestre del 2023. Il numero uno del lusso ha infatti registrato vendite per oltre 21 miliardi di euro (21,035 miliardi la cifra esatta), in aumento del 17% rispetto allo stesso periodo 2022. Anche la crescita organica si è attestata al 17 per cento. Il dato ha battuto le aspettative del mercato: il consensus Visible Alpha, diffuso da Reuters, stimava infatti un balzo in positivo di otto punti percentuali.
“Lvmh – evidenzia la nota del gruppo – realizza un eccellente inizio d’anno in un contesto geopolitico ed economico improntato all’incertezza. L’Europa e il Giappone, in deciso progresso, beneficiano di una forte domanda sia della clientela locale, sia dei viaggiatori internazionali. Gli Stati Uniti vantano una performance sostenuta. L’Asia conosce un rimbalzo importante, a seguito dello stop alle restrizioni sanitarie”.
Tra le divisioni del gigante guidato da Bernard Arnault, la moda e i leather goods crescono del 18% per oltre 10,72 miliardi di euro. L’azienda fa accenno ad una performance molto positiva per tutte le controllate fashion, da Louis Vuitton a Dior, da Celine a Loewe e Fendi. Anche il resto del gruppo conferma il segno più: wine & spirits a +3%, profumi e cosmetici a +11%, gioielli e orologi a +11% e il selective retailing a +30 per cento.
Il Q1 di Lvmh, barometro per il settore del lusso, che si è dimostrato resistente all’incremento dell’inflazione e alle turbolenze del mercato, ha offerto la prima istantanea della portata della ripresa cinese dopo che i lockdown nel Paese ne hanno compromesso la performance alla fine del 2022. Il numero uno dell’alto di gamma ha riportato una crescita double digit nel Gigante Asiatico, ha spiegato nella conference call il CFO Jean-Jacques Guiony, evidenziando la normalizzazione del mercato dell’Ex Celeste Impero, con le persone che stanno tornando nei negozi. “Siamo estremamente fiduciosi – ha precisato Guiony -. Prevediamo una forte spinta dalla Cina continentale, in particolare per la pelletteria. Riteniamo che i numeri nel primo trimestre possano essere confermati per il resto dell’anno”. Oltre all’Asia, i cui ‘motori’ sono oggi, oltre alla Cina, Macao, Corea e Giappone, il CFO di Lvmh ha ribadito che “anche in Europa la crescita è stata a doppia cifra, comprese Francia e Italia”. Le vendite negli Stati Uniti sono invece cresciute dell’8% nel trimestre, più di quanto gli analisti si aspettassero, ma Guiony ha affermato che la maggior parte di tale crescita è dovuta all’andamento vivace di Sephora. “Per il resto, il business sta rallentando un po’”, ha detto, menzionando una domanda più debole per la moda e la pelletteria, oltre che per la gioielleria.
In mattinata il titolo di Lvmh guadagnava quasi cinque punti percentuali sull’Euronext di Parigi. Le azioni della società sono aumentate del 23% dall’inizio dell’anno, sovraperformando il rialzo del 14,5% dell’indice delle blue-chip francesi e conferendo per il luxury player una capitalizzazione di mercato di oltre 430 miliardi di euro, il doppio rispetto a tre anni fa. La performance di Lvmh ha acceso gli altri titoli del lusso.
Contestualmente ai dati trimestrali, a fare notizia è un nuovo takeover che permetterà al conglomerato francese di rafforzarsi nel segmento dei preziosi: Lvmh ha infatti palesato l’intenzione di acquistare la manifattura francese Platinum Invest, al fine di rafforzare le sue capacità di produzione di alta gioielleria, con particolare attenzione al miglioramento della capacity di Tiffany & Co. I termini dell’accordo non sono stati resi noti. L’operazione dovrebbe concludersi entro la fine dell’estate. Secondo Wwd, il gruppo Platinum Invest produce attualmente per maison come Cartier e Bulgari, quest’ultima realtà di punta dei jewels di Lvmh.