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Corea del Sud, spesa per i luxury goods a +24% nel 2022. La moda cavalca la nuova Korean wave

PH: Unsplash

Corea del Sud, spesa per i luxury goods a +24% nel 2022. La moda cavalca la nuova Korean wave

Di Giulia Sciola
3 Marzo 2023

La Corea del Sud è una piazza consolidata per il fashion mondiale, che qui non trova i numeri del vastissimo Ex Celeste Impero, ma un bacino di clienti che spendono in media più dei cinesi. La conferma arriva da un report di Morgan Stanley, diffuso dalla Cnbc, secondo cui “la spesa totale sudcoreana per i personal luxury goods è cresciuta del 24% nel 2022, raggiungendo i 16,8 miliardi di dollari (poco meno di 16 miliardi di euro), pari a circa 325 dollari pro capite”. Rispetto al 2019, l’aumento cumulativo ammonterebbe al 40%, performance che renderebbe il mercato coreano uno di quelli a più rapida crescita dallo scoppio della pandemia. Il dato pro capite, spiega la banca d’affari, è una cifra di gran lunga superiore ai 55 e ai 280 dollari spesi, rispettivamente, dai cittadini cinesi e americani. Tra i marchi che stanno ottenendo i migliori risultati dalle strategie di penetrazione ci sarebbero Dior, Fendi, Prada, Moncler, Louis Vuitton e Cartier. Al contrario, risultano ancora poco penetrati Gucci, Bulgari, Ferragamo, Tod’s e Roger Vivier. Dal canto suo, Bain & Company mette in guardia rispetto all’uso di metriche pro capite per il consumo di articoli di alta gamma. “Il lusso per definizione non è un prodotto di massa”, ha dichiarato sempre alla Cnbc, Weiwei Xing, partner di Bain & Co. “Suggerirei di ripartire proporzionalmente la spesa totale per il lusso in base al numero di persone appartenenti alla classe media e alta, che sarebbe una misura più significativa per riflettere l’atteggiamento e il consumo nei confronti del lusso”, ha aggiunto Xing, spiegando che questo ridurrebbe il divario.

Le elaborazioni della sede di Seoul dell’Agenzia Ice (la cui fonte sono i dati delle dogane coreane) dicono che nel 2022 l’export italiano verso la Corea del Sud è aumentato del 4,4% rispetto al 2021 (il +4,4% è riferito a valori in dollari; la stessa variazione sale al +17,6% in euro). Il Paese asiatico è oggi al sedicesimo posto tra i clienti del made in Italy. Restringendo il campo a settori specifici, nei primi otto mesi del 2022 le esportazioni del Tessile, Moda e Accessorio (TMA, composto da calzaturiero, concia, occhialeria, oreficeria-argenteria-gioielleria, pelletteria, pellicceria e tessile-abbigliamento) hanno fatto segnare un incremento del 21,1% in valore, in linea con le dinamiche registrate a consuntivo 2021 (+23,5 per cento). Stando alle analisi del Centro Studi di Confindustria Moda su dati Istat, sono stati venduti all’estero tra gennaio e agosto 2022 beni per 51,8 miliardi di euro (cifra superiore del 15,2% anche rispetto ai livelli 2019 pre-Covid). Nel periodo in oggetto, la Corea del Sud è l’ottava piazza di riferimento per il TMA italiano, con una quota del 3,5 per cento: l’export verso questo mercato ha superato gli 1,8 miliardi di euro, in aumento di quasi il 34% sullo stesso periodo del 2021 e a +53,6% in un confronto con i primi otto mesi del 2019.

Dall’1 al 3 febbraio scorsi, negli spazi di S-factory a Seoul, si è svolta la manifestazione Italian Fashion Days in Korea, nata per mettere a sistema le esperienze di Ente Moda Italia – presente in Corea dal 2012 – Associazione italiana pellicceria, Assocalzaturifici e Sistema Moda Italia. La fiera, realizzata con il supporto di Ice, ha acceso i riflettori sulle collezioni di 71 brand italiani, registrando oltre mille visitatori. “Siamo in Corea dal 2012 e quindi siamo stati precursori di questa nuova fase di sviluppo del Paese – ha raccontato a Pambianconews Alberto Scaccioni, AD di Ente Moda Italia -. C’è stata un’accelerazione in termini di qualità di pubblico che incontriamo a Seoul. In questo mercato c’è una bassa propensione al risparmio personale e questo crea presupposti interessanti per i beni di consumo e per il lusso. Inoltre, in Corea, a differenza della Cina, c’è una struttura distributiva che facilità i brand stranieri, anche piccoli e medi, nei multibrand”.

In Corea del Sud è la capitale Seoul a concentrare la capacità di acquisto. La città è inoltre epicentro della Korean Wave – così viene chiamata la diffusione globale della cultura di massa sudcoreana – e del K-pop, da anni fenomeno musicale in costante espansione. I volti di gruppi come Bts, BlackPink ed Enhypen, per citarne alcuni, hanno conquistato le campagne pubblicitarie delle griffe nelle ultime stagioni. Nel fashion month dedicato alle collezioni maschili A/I 2023-24 le star del K-pop hanno quasi sostituito i fashion influencer. Del resto questo mix di generi musicali, una vera e propria sottocultura che definisce stili e mode sociali, è oggi un’industria che vale intorno ai 5 miliardi di dollari (fonte Korea Creative Content Agency) e che la moda non può ignorare.

Le prospettive di crescita del fashion & luxury nel mercato sudcoreano sono tema di un più ampio scenario in uscita sul prossimo numero di Pambianco Magazine.

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