Il marchio di costumi da bagno e abbigliamento per il mare d’alta gamma sostenibile Kampos non ha smesso di crescere, diventando interessante per diversi investitori, e dopo una promettente roundtable si lancia in una notevole espansione retail e wholesale.
L’azienda fondato e guidato dal CEO Alessandro Vergano (ex CEO di Tom Dixon) ha comunicato di aver aperto il 35% del proprio capitale ad un club deal promosso dalla partnership tra Pambianco Invest Club – il progetto di Pambianco nato per supportare le pmi del made in Italy nella raccolta di capitali necessari per la realizzazione dei loro piani di sviluppo – con Cherry Bay Capital Group e Mega Holding. Queste entità hanno coinvolto una serie di imprenditori e investitori strategici, tra i quali Ulixes Capital Partners, holding di venture capital che vede fra i suoi soci alcuni componenti della famiglia Agnelli, come Eduardo Teodorani Fabbri ed Edoardo Tabacchi con Fenix Srl.
Quest’ondata di investimenti, di entità non rivelata, ma definita dal CEO “superiore alle aspettative”, consentirà a Kampos di aprire diversi punti vendita nel 2023, a partire dalla Spagna (Palma de Maiorca, Ibiza, Formentera) e dalla Francia (Cannes), per proseguire con la Corea del Sud (Busan). “Abbiamo siglato accordi anche con partner strategici wholesale; saremo infatti presenti in 5 store Rinascente d’Italia (i due di Roma, e poi Milano, Firenze e Torino) e abbiamo perfezionato deal distributivi anche col Printemps di Parigi e con Msc Explora Journeys, il brand di crociere di lusso di Msc nato nel 2021, per essere presenti sulle loro navi da crociera di superlusso dalla primavera del 2023”, spiega a Pambianconews Vergano.
In questo senso, Kampos è reduce da alcuni test con hotel di lusso (Four Seasons, Park Hyatt), “ma possiamo affermare che Rinascente, Printemps e Msc Explora saranno i nostri primi veri clienti wholesale”, prosegue il fondatore di Kampos. “Canale sul quale non avevamo spinto tanto inizialmente, in quanto il marchio era stato lanciato in piena pandemia, con i department store, oberati dagli stock invenduti, non certo disponibili a caricarsi di nuovi brand. Focalizzarci sui nostri negozi diretti si è rivelata una formula vincente che ci ha consentito di non essere dipendenti da partner e di camminare con le nostre gambe. Successivamente sono stati gli stessi grandi magazzini a contattarci per avere i nostri prodotti”.
Nato a fine 2019 a Porto Rotondo, in Sardegna, Kampos ha in effetti trovato una situazione di partenza sfavorevole, causa scoppio della pandemia globale di Covid-19 in quei mesi. “Siamo partiti con il vento contro a causa delle limitazioni alla circolazione e delle chiusure del retail. Quell’anno aprimmo un solo negozio in Sardegna, a Porto Cervo, ma il secondo anno abbiamo allargato il nostro raggio d’azione”, racconta il CEO, “inaugurando tre pop-up, sempre in Sardegna, e un negozio sull’isola siciliana di Panarea. Nel 2022 abbiamo fatto il salto, perché dopo aver aperto in estate altri due punti vendita in Sardegna, a Porto Rafael e all’Aeroporto di Olbia San Pantaleo, abbiamo inaugurato tre boutique in continente, a Forte dei Marmi, Pietrasanta ed Alassio, e due negozi alle Maldive (Diamonds Thudufushi e Diamonds Athuruga), in partnership con lo svizzero Planhotel Hospitality Group, oltre a un altro store a Jeju, in Corea del Sud, in joint venture con un partner locale”. In totale, Kampos vanta 10 punti vendita diretti e 2 indiretti al momento.
Kampos ha generato 1,2 milioni di fatturato nel 2022. “Il piano è raggiungere i 3 milioni a fine 2023”, dice Vergano, che tiene a precisare come le vendite del brand siano reali. “Un conto è vendere a partner wholesale, per cui non si sa mai quanto effettivamente sia stato venduto ai clienti finali e quanto rimanga nella ‘pancia’ dei negozi. Il nostro è un fatturato ‘puro’, è l’effettivo venduto ai clienti finali”.
La produzione è 100% italiana con un controllo effettivo di ogni aspetto della filiera. “Questo approccio ci consente di avere un controllo ossessivo sulla qualità, che mi sento di affermare sia la migliore per il nostro tipo di prodotti che sia presente sul mercato”, afferma Vergano. “Il costo della produzione è più elevato, e comporta per la nostra moda mare un prezzo finale più alto della media del settore (si parla di 200 euro medi per un costume da uomo e dai 150 ai 250 euro per la donna, ndr.), ma la qualità Kampos è corrispondente. Test di laboratorio dimostrano che la resistenza alla luce, al sale del mare e al cloro dei nostri costumi è superiore rispetto a quella dei competitor. Durando per più anni, il costume è più sostenibile”, sottolinea.
Kampos, il cui nome sta per ‘creatura del mare’ in greco, ha 45 dipendenti (compresi gli stagionali), che stanno raddoppiando ogni anno, ed è certificata B Corp dal 2022, realizzando le proprie creazioni interamente in materiali riciclati: da bottiglie di plastica per i costumi da uomo e prevalentemente da reti da pesca per i costumi femminili.
“Per noi sostenibilità non vuol dire solamente riciclare la plastica e rispettare l’ambiente circostante, ma anche supportare progetti eco-sostenibili. Ne supportiamo due. Il primo è il ‘Coral Reef Restoration Project’, in partnership con Planhotel e l’Università Milano Bicocca: ogni sei mesi piantiamo coralli nella barriera degli atolli maldiviani di Athuruga e Thudufushi, recandoci periodicamente in loco di persona per controllare che sia tutto a posto”, spiega Vergano.
Il secondo progetto, appena nato, è nel Mare Artico. Kampos ha siglato un accordo con una biologa dell’Università di Tromsø, in Norvegia, che vive alla Isole Svalbard. La studiosa va a ripescare le bollicine d’aria rimaste intrappolate negli strati del ghiaccio e della neve nel corso dei millenni per studiare la quantità di Co2 che contengono e così comprendere la proiezione futura dei cambiamenti climatici in atto nel nostro pianeta a causa delle emissioni nocive dell’uomo, in modo da prevedere e anticipare problemi futuri. “L’intento è avere un impatto concreto e positivo sull’ambiente, grazie all’investimento del 5% delle nostre entrate in azioni eco-sostenibili concrete e fattive”, conclude Alessandro Vergano.