“Nonostante un contesto economico globale sfidante, siamo sulla buona strada rispetto ai nostri obiettivi: vogliamo diventare una piattaforma di riferimento per lo shopping di moda delle famiglie, con proposte accessibili, ma attente allo stile e alla sostenibilità”. A tracciare questo orizzonte è Patrick Stassi, CEO di Kiabi, che in un incontro con la stampa internazionale ha approfondito andamento e strategie dell’azienda francese, pronto a rafforzarne la posizione nel segmento fast fashion.
Kiabi ha chiuso il 2022 con un turnover di 2,2 miliardi di euro, in crescita del 10%, con oltre 23 milioni di clienti in tutto il mondo. “In alcune aree geografiche – ha continuato Stassi – Kiabi ha performato meglio del mercato, evidenza che oggi ci consente di stimare, per il 2023, una progressione in linea con quella dell’anno appena concluso. Per alcune categorie di prodotto ci sarà un lieve aumento dei prezzi, reso inevitabile dai maggiori costi di approvvigionamento e logistica, ma buona parte delle collezioni non subirà variazioni di listino, perchè il nostro impegno è quello semplificare la vita delle famiglie, con le quali comunicheremo sempre di più”.
La cross-canalità è uno dei punti di forza del modello di business di Kiabi. L’azienda non ha scorporato la percentuale di incidenza dell’e-commerce (stime di mercato la collocano attorno al 20%, ndr), ma ha confermato come nel 2022 il sito Kiabi.com abbia registrato un aumento dei visitatori unici mensili, con più di 18mila prodotti disponibili online. Lo scorso anno, inoltre, lo sviluppo digitale ha raggiunto una nuova tappa fondamentale, con il lancio di un marketplace che oltre al mondo Kiabi ospita i principali marchi francesi, label di designer locali e prodotti di nicchia. Quanto al retail fisico, controparte che l’azienda definisce “fondamentale per una brand experience davvero completa”, dopo le quasi 40 aperture del 2022, il player francese punta a 137 nuovi opening nel 2023. Di questi, sei saranno in Italia. Dal 2021, inoltre, Kiabi ha sviluppato diversi format shop-in-a-shop: il brand è presente da Cora in Belgio, da Coop in Italia e, entro la fine del 2023, sarà in oltre 60 ipermercati Auchan in Francia.
L’azienda ha poi confermato target ambiziosi in termini di evoluzione circolare. Oltre alla creazione di un polo eco-tech, a un maggiore utilizzo di materiali organici nelle proprie collezioni e all’introduzione di packaging riciclabile, Kiabi ha infatti sviluppato un’offerta di moda second-hand: entro il 2025 il 100% dei negozi affiliati in Francia, Spagna, Portogallo, Belgio e Italia fornirà abbigliamento di seconda mano e la portata del sito Seconde Main di Kiabi sarà estesa a livello internazionale. La logistica di Kiabi porta avanti la sua “rivoluzione verde” per trasportare circa 400 milioni di articoli venduti ogni anno. Per i suoi magazzini automatizzati, i nuovi servizi di consegna green con combustibili alternativi, il brand investito negli ultimi anni oltre 100 milioni di euro.
Infine, è prevista per il 2024 l’inaugurazione del nuovo headquarter francese dell’azienda, il Kiabi Village a Lezennes, nella Francia settentrionale, uno “spazio esperienziale”, dove appunto convivranno spazi direzionali e spazi commerciali.