Ancora fermento in Galleria Vittorio Emanuele II. Il celebre e ambitissimo passaggio milanese assiste a un nuovo giro di valzer, questa volta firmato Kering: a partire dalla prossima primavera, sarà Bottega Veneta a occupare gli spazi finora presidiati da Gucci che, come già reso noto un anno fa, si sposterà invece nell’ex immobile di Massimo Dutti.
La maison italiana, infatti, si era aggiudicata con un’offerta record da 4,5 milioni di euro di canone d’affitto annuo i 956 metri quadrati, con tre vetrine su cinque livelli affacciate sull’ottagono, che il brand di casa Inditex aveva conquistato nel 2016, poi tornati all’asta in cui Gucci ha sbaragliato i rivali.
Il prossimo anno sarà quindi il marchio guidato alla creatività da Matthieu Blazy a piazzare la propria insegna sulle tre vetrine oggi occupate da Gucci, che passerà al lato opposto della Galleria, versando al Comune di Milano il doppio del canone corrisposto dall’attuale concessionario. L’incasso annuo per Palazzo Marino passerà infatti dagli attuali 575mila euro versati da Gucci a un milione e 150mila euro annui.
Un incremento stellare dovuto alle regole fissate dall’amministrazione comunale nel 2012, che stabiliscono da un lato l’impossibilità della presenza nella location di più negozi con lo stesso marchio e dall’altra il subentro del contratto per ovviare a tale limitazione, a patto che avvenga però con un raddoppio del canone. In virtù di ciò, invece del rilascio delle sue attuali vetrine (che occupa dal 2003), Gucci ha proposto il passaggio di consegne a Bottega Veneta con il subentro nel contratto, spiega il Comune.
L’operazione, su proposta dell’assessore al Bilancio e patrimonio Emmanuel Conte, è stata approvata dalla giunta di Palazzo Marino, si legge nella nota ufficiale dell’istituzione, che ha autorizzato il subentro chiesto da Gucci a favore del marchio luxury anch’esso appartenente all’orbita Kering. Il contratto, che scadrà nel 2034, è già stato firmato e l’intervento di riqualificazione avviato
“Il provvedimento – spiega l’assessore Conte – dimostra l’importanza del regolamento approvato. Le regole che disciplinano la Galleria garantiscono un mix funzionale e tutelano le botteghe storiche secondo criteri oggettivi, ma le gare pubbliche da un lato e i vincoli per il subentro dall’altro, ci permettono di massimizzare il valore dei beni che i milanesi ci hanno affidato: è importante oggi più che mai per finanziare i servizi alla città”.
Il conglomerato del lusso francese avrà tra le mani un tris d’assi nella Galleria meneghina, con l’insegna Saint Laurent, presente dal 2018 con un locale incastonato nel corpo centrale del ‘Salotto di Milano’, uno spazio da 82 metri quadrati messo al bando dal Comune e aggiudicato per un canone annuo da un milione di euro.
Si tratta dell’ultimo tassello del viavai che negli ultimi anni anima la Galleria del capoluogo lombardo, vero e proprio ‘place to be’ dello shopping d’alta gamma e simbolo della Milano che coniuga architettura e lusso. Solo qualche settimana fa, infatti, erano state aperte le buste del bando d’asta per le vetrine del negozio Tod’s. Sei i brand del lusso candidati (Loro Piana, Samsonite, Damiani, Swarovski, John Richmond e Chanel), tutti ammessi alla seconda fase del bando, che prevede un canone minimo di 545mila euro per i 188 metri quadrati della parte più ampia della boutique, tra l’Ottagono e via Silvio Pellico.
Un secondo bando, intanto, è stato chiuso per l’area più piccola dell’immobile Tod’s, con candidati Sartoria Rossi e Damiani e una base d’asta da 365mila euro. Il marchio di Diego Della Valle, dal canto suo, si era già aggiudicato all’inizio dell’anno gli spazi precedentemente occupati da Bric’s, mettendo sul piatto un’offerta da capogiro (oltre 1,8 milioni di euro di canone annuo).
Una location, dunque, quella del ‘Salotto’, che continua a cambiare fisionomia seguendo gli assestamenti di maison e nomi del lusso, basti pensare alla recente inaugurazione di Giorgio Armani, che ha riaffermato la sua presenza in Galleria con una boutique ampliata e un nuovo concept, e agli imminenti ingressi di Pinko, che si posizionerà al posto della coltelleria Mejana e di Rolex nelle vetrine prima impegnate da Stefanel.