Il rimbalzo dell’Asia-Pacifico alimenta il terzo trimestre di EssilorLuxottica, chiuso con ricavi per circa 6,4 miliardi di euro, in aumento del 17% a cambi correnti (+8,2% a cambi costanti). Nei primi nove mesi dell’anno il fatturato ha toccato quota 18,3 miliardi di euro (+15,5 per cento). Guardando ai segmenti operativi del gigante dell’eyewear, l’area professional solutions è cresciuta del 17,5%, mentre il direct-to-consumer balza di 16,5 punti percentuali. L’e-commerce, che rappresenta il 7% del fatturato del colosso nato a seguito della fusione tra l’italiana Luxottica e la francese Essilor, ha registrato una crescita “mid-single-digit”. Quanto invece ai mercati, a evidenziare la progressione maggiore è l’Asia-Pacifico (+31,7%), seguita da America latina (+25,5) e Nord America (+20,5 per cento). L’area Emea, infine, segna un+7,6 per cento.
“Siamo orgogliosi della solida performance che il gruppo ha ottenuto nel terzo trimestre dell’anno, con tutte le aree geografiche in crescita, dall’Asia-Pacifico (il gruppo ha spiegato che l’attività retail ha registrato una forte ripresa nella regione, dopo un secondo trimestre negativo a causa dei lockdown volti a contenere la diffusione del Covid-19 nella Cina continentale) all’America Latina, dall’Emea al Nord America”, hanno commentato Francesco Milleri, presidente e amministratore delegato, e Paul du Saillant, vice amministratore delegato di EssilorLuxottica. “I risultati dimostrano ancora una volta la forza del nostro modello di business, nonché le capacità e la determinazione delle nostre circa 200mila persone nel mondo, impegnate nel realizzare la visione a lungo termine che abbiamo condiviso in occasione del Capital Market Day”, hanno aggiunto.
Durante il Capital Market Day di EssilorLuxottica, tenutosi a Milano lo scorso 14 settembre, il CFO, Stefano Grassi, ha presentato la roadmap finanziaria della società, confermando l’outlook di lungo periodo comunicato lo scorso 11 marzo, così sintetizzato: crescita del fatturato annuo a “mid-single-digit” nel periodo 2022-2026 a tassi di cambio costanti; utile operativo adjusted tra il 19% e il 20% del fatturato nel 2026.
I risultati del player dell’occhialeria arrivano in scia a quelli dei principali nomi del segmento luxury. Nonostante i timori che il boom post-pandemia dell’industria del lusso potesse raffreddarsi a causa dell’incombente recessione, la scorsa settimana Hermès, facendo eco ai precedenti commenti positivi di Lvmh e Kering, ha evidenziato come non ci siano stati finora segni di rallentamento, in quanto in consumatori Usa hanno approfittato della forza del dollaro in Europa e la Cina ha registrato una forte ripresa.