La conceria specializzata nella produzione di pelli per il top di gamma marcia verso la ripresa e si proietta nell’industria sostenibile del futuro, come racconta l’AD Iliprandi.
Rispondere alle nuove esigenze del mercato intraprendendo la via dell’innovazione e della sostenibilità, mantenendosi fedele all’eccellenza del made in Italy. Sono questi gli ingredienti della ricetta del successo di Bonaudo, conceria specializzata nella produzione di pelli per il top di gamma. Una formula che abbraccia il new normal consolidato all’indomani del post-Covid e permette all’azienda fondata nel 1923 di presidiare ancora il suo ruolo di primo piano nella filiera della pelle. Dopo un 2020 penalizzato dall’avvento della crisi pandemica, ma in cui ha comunque dato prova di resilienza e solidità, il 2021 di Bonaudo è stato un anno di sensibile ripresa e graduale ritorno alla normalità. Sullo sfondo, i Paesi che hanno riaperto gradualmente le proprie frontiere, ma un fronte asiatico ancora poco accessibile. Il nuovo fiscal year torna al galoppo ai livelli pre-Covid.
“Nel 2022 – ha spiegato l’AD Alessandro Iliprandi a Pambianco Magazine – si superano i ricavi del 2019. Il 2022 di Bonaudo, infatti, procede a velocità +25% sull’anno precedente e del +19% sul 2019 ante-Covid. “Ma ancora non c’è una ripresa di tutto il settore conciario – ha sottolineato Iliprandi -. Quello che si sta verificando è ormai un cambiamento epocale: i brand si stanno appoggiando sempre di più, o addirittura solamente, ad aziende più strutturate, organizzate, certificate e all’avanguardia. Definitivamente il nostro settore sta facendo quel salto imprenditoriale che ci si aspettava avvenisse”. Intanto, si profila uno scenario globale complesso, denso di criticità e incognite. Dall’inflazione galoppante agli intoppi della supply chain, con conseguenze sui prezzi e la reperibilità di materie prime ed energia. Un panorama che sta cambiando le carte in tavola e ha messo i bastoni fra le ruote a quello che prometteva di essere, senza compromessi, l’anno della rimonta per tutta l’industria.
“La guerra in Ucraina, in particolare, ha impattato anche sull’approvvigionamento delle materie prime, e la riapertura non globale a spostamenti e viaggi ancora non permette un completo ritorno alla normalità. Sicuramente è un momento complesso”. Per quanto riguarda il presente e il prossimo futuro, per Bonaudo la strategia è quella di investire e puntare al massimo livello all’ottenimento delle certificazioni ambientali. Sul primo fronte, non è un caso che Bonaudo abbia appena messo a segno l’acquisizione della Conceria Conti, specializzata da oltre 100 anni nella lavorazione di pelli di agnello, capra e montone 100% metal free, chrome free e bisphenol free. Un’operazione volta a rafforzare l’offerta dei prodotti Bonaudo per pelletteria, calzatura e abbigliamento, destinati alla fascia top del mercato del lusso. Riguardo al versante ambientale, racconta ancora Iliprandi, Bonaudo è al vertice in termini di riconoscimenti green. “Ad oggi abbiamo raggiunto i massimi livelli in quanto a impatto produttivo: abbiamo fortemente investito in impianti e strutture in modo da ottenere il riconoscimento più alto del settore conciario”.

Settore, quello della pelle, che si conferma quindi più che compatibile con l’urgenza della sostenibilità. “Assolutamente lo è. Noi facciamo un lavoro ecologico, perché utilizziamo un prodotto di scarto dell’industria alimentare, lo lavoriamo e lo rimettiamo in circolo. Se la conceria non lo facesse, sorgerebbe il problema di dove collocare questa enormità di prodotti da smaltire. In quest’ottica l’associazione conciaria Unic ha stretto accordi anche con Wwf, per muoversi a tutela del welfare animale. Per quanto riguarda gli obiettivi strategici del prossimo futuro, “nulla è escluso”, anticipa l’imprenditore. “Bonaudo è davvero proiettata nell’industria conciaria del domani. È un’azienda che si rivolge al mercato di fascia luxury, dalla calzatura all’abbigliamento fino alla pelletteria e sneakers, con stabilimenti moderni, certificati, tracciati e con molti giovani lavoratori. L’obiettivo è quello di offrire un servizio sempre più a trecentosessantagradi nel campo della pelle”.