‘God save the Queen’. L’inno nazionale del Regno Unito si è trasformato ieri sera in un canto funebre di fronte a Buckingham Palace, intonato dalla folla che ha dato l’ultimo saluto alla Regina Elisabetta. Si è spenta all’età di 96 anni, compiuti lo scorso 21 aprile, Elizabeth II, regina da ormai 70 e da altrettanti protagonista delle vicende d’Inghilterra e del mondo.
“La regina è morta serenamente a Balmoral questo pomeriggio”, ha dichiarato inequivocabile il tweet ufficiale pubblicato dalla Famiglia Reale, poi riportato dalla Bbc. Elisabetta era stata raggiunta in Scozia, nella sua residenza estiva, da Carlo e Camilla, ormai nuovi re e regina consorte.
Salita al trono il 6 febbraio 1952, è stata anche la sovrana dei record: il suo è stato il regno più longevo che la Gran Bretagna abbia conosciuto. Da Winston Churchill, sullo sfondo della seconda guerra mondiale, all’appena nominata Liz Truss, sono stati sedici i primi ministri che si sono avvicendati alla corte di Queen Elizabeth, la quale lo scorso giugno ha celebrato il Giubileo di platino: quattro giorni di festeggiamenti suggellati da un corteo che ha seguito lo stesso tragitto di quello che sfilò nel giorno della sua incoronazione, il 2 giugno 1953.
Regina per caso, Elisabetta salì al trono all’età di quasi 27 anni, alla morte di suo padre Giorgio VI, divenuto re all’abdicazione del fratello erede al trono Edoardo, che con questo gesto ha proiettato sua nipote in cima alla linea di successione.
Da sempre icona di stile, nel suo lungo regno Elisabetta II ha coniato e incarnato – ricorda The Business of Fashion – la nozione di “sartorial diplomacy”. Indosso a Elisabeth la moda è diventata ben presto uno strumento diplomatico e veicolo comunicativo potentissimo, una concezione dello stile a cui le donne che hanno gravitato intorno alla Corona si sono ispirate, da Kate Middleton e Meghan Markle fino alla controversa Principessa Diana.
Le sue scelte stilistiche sono state raccontate per quasi un secolo, dall’abito del suo battesimo (commissionato dalla regina Vittoria e dal principe Alberto per la loro primogenita) fino alla gonna scozzese che indossava per salutare la sua ultima prima ministra, la conservatrice Truss. E poi il celebre abito dell’incoronazione, disegnato dal couturier britannico Norman Hartnell, su cui erano ricamati le icone dei Paesi del Commonwealth, esempio dell’estetica simbolista che ha caratterizzato l’immagine della regina fino a oggi.
Nota negli ultimi anni per gli inconfondibili completi monocromatici, è diventata lei stessa un simbolo nel mondo della moda, che esprime cordoglio unanime per la sua scomparsa. In prima fila, naturalmente, Burberry, che in segno di lutto ha annullato lo show in programma durante la London fashion week, previsto per il prossimo 17 settembre. E poi gli altri connazionali Stella McCartney, Victoria Beckham, Vivienne Westwood. Ma non sono mancate le reazioni di rammarico anche oltre oltremanica, dagli italiani Giorgio Armani e Valentino Garavani, Federico Marchetti e Donatella Versace fino ai grandi protagonisti del lusso internazionale, tra cui Dior e Lvmh.
All’indomani della sua morte, a Buckingham Palace scatta la da tempo preparata ‘Operazione London Bridge’, il minuzioso protocollo che culminerà con il funerale della sovrana, tra dieci giorni a Westminster Abbey. E la moda assiste con il fiato sospeso, a una settimana dall’inizio della kermesse londinese che dovrebbe aprire le danze venerdì 16 settembre. Impossibile dimenticare, a tal proposito, l’incontro tra Queen Elizabeth e Anna Wintour, direttrice di Vogue America, in occasione della fashion week londinese del 2018. Una prima volta per la regina nel front row del défilé di Richard Quinn, con indosso un tailleur pastello e una spilla gioiello entrati di diritto nella storia della moda.
Intanto, per il momento il British Fashion Council (Bfc) ha dichiarato che le sfilate e le presentazioni della London fashion week non sono in discussione, sebbene l’invito ai brand sia quello di evitare eventi non essenziali. A rischio solo la giornata di domenica prossima, 18 settembre, possibile data dei funerali della Regina. Gli show previsti saranno probabilmente rimandati.
“Le sfilate e le presentazioni delle collezioni si terranno – recita la nota diramata dall’ente – ma chiediamo ai designer di rispettare l’umore della nazione e il periodo di lutto nazionale”. Ricordando così la sovrana, che in 70 anni di trono ha visto susseguirsi guerre e scandali, la tormentata Brexit e una pandemia mondiale: “il suo stile, fascino e senso dell’umorismo erano indiscutibili e la sua passione nel supportare i giovani creativi continuerà a ispirare la prossima generazione”.