Il ritorno del turismo in Europa guida la crescita double digit dei ricavi di Richemont nel Q1 del suo esercizio fiscale (dati al 30 giugno scorso), compensando l’impatto negativo dei lockdown in Cina. Nel primo trimestre, la controllante di Cartier, Piaget e Iwc, tra gli altri, ha registrato vendite in aumento del 20% per 5,26 miliardi di euro. A tassi di cambio costanti, l’incremento è stato del 12 per cento. I dati hanno superato le stime di FactSet, ferme a di 5,1 miliardi.
A livello geografico, il gruppo dell’hard luxury ha beneficiato della forte domanda di prodotti di lusso nel continente americano, in Medio Oriente e in Europa con la ripresa dello shopping dei turisti, soprattutto in Francia. Nel periodo, gli Stati Uniti sono diventati il mercato unico di riferimento per Richemont con vendite balzate del 41% a 1,34 miliardi di euro, grazie alla spesa interna. Di contro, nella Cina continentale il turnover è diminuito del 37% su base annua, portando a un calo del 15% delle vendite complessive nell’area Asia-Pacifico, escluso il Giappone. Tuttavia, l’exit rate ha già mostrato una ripresa nell’Ex Celeste Impero, limitando la flessione di giugno a un -12 per cento, ha spiegato Richemont.
Quanto invece all’offerta della holding di Ginevra, il contributo maggiore è arrivato dalla gioielleria, i cui ricavi sono aumentati di un quinto raggiungendo i 3,02 miliardi di euro. Significativa anche la progressione degli specialist watchmakers, con un +18% per circa un miliardo di euro. Il business dei distributori online, infine, è cresciuto dell’8% a 691 milioni.
Richemont non ha fornito aggiornamenti sulla ricerca di partner per lo sviluppo della sua piattaforma di vendita online. Questo, unito al fatto che Richemont non ha avanzato previsioni per il resto dell’esercizio in corso, ha alimentato lo scetticismo della Borsa: in mattinata le azioni della società svizzera perdevano circa 4 punti percentuali a Zurigo.