Per i produttori di abbigliamento, calzature e attrezzature sportive il 2021 si prospetta in crescita dell’8,4% sul 2020 per un fatturato aggregato pari a 12,2 miliardi di euro. Una crescita è attesa anche per il 2022 (+5,6%), con il valore totale dell’industria sportiva che toccherebbe quota 12,9 miliardi di euro (+2% rispetto all’epoca pre-Covid).
Sono i dati diramati da Assosport, associazione nazionale dei produttori di articoli sportivi che raccoglie 120 aziende in Italia. A fare da traino c’è soprattutto l’export. Tra gennaio e ottobre le vendite all’estero sono aumentate del 20% rispetto al 2020 a 5,8 miliardi di euro (nel periodo pandemico l’export era stato invece pesantemente toccato, arrivando a perdere il 10%). Tra i principali mercati si sono Stati Uniti, Francia, Germania, Svizzera e Regno Unito.
Secondo Anna Ferrino, presidente di Assosport, “Per l’Italia più che per il resto d’Europa e del mondo si prospettano scenari positivi e ci aspettiamo che la ripresa per l’industria sportiva sia ancora più marcata rispetto a quanto saprà fare l’economia nazionale. Ci sono però grosse incognite da considerare: da una parte l’aumento dei contagi e dall’altra l’aumento dei prezzi e la relativa inflazione, ma anche le difficoltà incontrate dalle catene di approvvigionamento a tenere il passo della ripartenza delle produzioni e della crescita del mercato”. Preoccupano soprattutto le problematiche legate all’approvvigionamento delle materie prime, come ha precisato Andrea Brambilla, presidente di Assosportex, gruppo del tessile sportivo di Assosport. “Oggi – sottolinea – importare merce dall’estremo Oriente via nave costa alle aziende dell’industria sportiva italiana sei-sette volte tanto rispetto a quanto non costasse prima della pandemia. Più che l’aumento delle tariffe dei container per i trasporti, però, a preoccupare è la difficoltà a reperire materie prime. Fibre sintetiche per la realizzazione di calzature e capi di abbigliamento, ma anche materiali metallici per biciclette e attrezzature per la palestra: l’attesa per la consegna va da una media di tre-quattro mesi fino a tempi non meglio specificati”.
In questa situazione di incertezza (ma con prospettive comunque positive per la ripresa), si inserisce anche un importante trend per il futuro. Sempre più aziende sportive stanno dirottando importanti investimenti verso la sostenibilità. Secondo la ricerca condotta per Assosport dall’Università degli Studi di Padova, infatti, sei aziende sportive italiane su dieci dirottano oggi più del 10% del totale degli investimenti in progetti ecosostenibili, una percentuale destinata a crescere sensibilmente nei prossimi anni.