Lo scontrino medio è aumentato e questo consentirà di mitigare gli effetti del calo dei turisti di lungo raggio. Lo ha spiegato Donatella Doppio, Regional Director McArthurGlen Group, al 26° Pambianco-PwC Fashion Summit. In Italia continuano gli investimenti per allargare i servizi nei centri outlet.
La pandemia ha impattato sulle abitudini di acquisto anche negli shopping center. Come sono cambiati i centri McArthurGlen a seguito della situazione legata al Coronavirus?
Durante il periodo di pandemia, la nostra attenzione è andata alla sicurezza dei nostri centri, dei nostri brand partner e dipendenti e resta tuttora una priorità. Sicuramente, ci sono tre aspetti che segnalano un cambiamento post pandemico. C’è un maggior ‘Need for experience’: quindi i visitatori cercano dei luoghi fisici in cui essere coccolati. Il secondo aspetto riguarda il valore stesso del prodotto, che oggi è rivalutato al di là del prezzo. Ultima direttrice individuata è il cosiddetto ‘Local hero’. Significa che i nostri clienti li sentiamo un po’ più consapevoli e attenti a tutte quelle che sono le comunità locali.
Oggi quanti centri contate in Italia?
Al momento abbiamo cinque centri. In Europa e Vancouver abbiamo 26 centri. Abbiamo di recente inaugurato il primo centro in Spagna, a Malaga.
Qual è la vostra visione sul mercato italiano? Proseguirete con nuovi investimenti?
A livello generale e di gruppo gli investimenti sono continui. Non credo sia il momento di aprire nuovi centri in Italia, ma è importante rafforzare la presenza sul territorio. Lo scorso 19 ottobre abbiamo dato il via a una ulteriore fase alla Reggia, il centro vicino Napoli, con altri 25 punti vendita, mentre a giugno abbiamo completato l’investimento da 40 milioni a Serravalle con nuove guestroom e nuove unità di vendita. Ma, soprattutto, abbiamo costruito uno spazio da 6mila metri quadri al cui interno è presente il primo parco acquatico situato in un centro commerciale. È stata una innovazione.
Nel fashion e non solo, ormai, si parla sempre di e-commerce. Come si declinano le vendite online in un outlet come McArthurGlen?
Sicuramente l’e-commerce sta crescendo in tutti i settori, ma è comunque un valore intorno all’8%, perciò siamo convinti che lo shopping fisico resti preponderante. Nel nostro caso, quel che abbiamo fatto durante la pandemia (ma che abbiamo mantenuto anche oggi) è stato il servizio di ‘Shopping from home’, una piattaforma che consente di contattare i negozi e di farsi consegnare i prodotti a casa. È ancora attivo ed è diventato, quindi un servizio aggiuntivo.
È una modalità di shopping in crescita?
Ovviamente i dati sono diminuiti con la riapertura dei centri, ma non è scomparso. Noi pensavamo sarebbe andata a scemare con il tempo, ma continuiamo a tenere la piattaforma perché è ancora utilizzata. Il cliente fidelizzato alla boutique o che magari abita lontano e ha quindi difficoltà nel venire, vuole proseguire lo shopping da remoto.
Dal punto di vista dei flussi esteri, avete dovuto riadattare l’offerta a causa della minore presenza di stranieri in Italia?
Sicuramente la pandemia ha impattato la parte turistica e gli outlet sono quelli che ne hanno risentito di più perché i nostri centri più importanti e internazionali arrivavano fino ad una quota di circa il 60% di turisti. I nostri mercati di riferimento sono sempre stati Cina, Corea, sud-est asiatico e Russia, e questi sono stati i mercati più impattati dalle restrizioni legate all’emergenza sanitaria. Ci aspettiamo il primo ritorno nel secondo quarter del 2022 e consideriamo di tornare ai regimi del 2019, nel 2023-2024. Ad oggi, però, altri mercati sono tornati a registrare recuperi importanti: abbiamo già recuperato un 50% degli Stati Uniti, un 30-40% del medioriente, un 20% dei russi.
I brand sono stati costretti a riadattare l’offerta anche in termini di prezzi?
Ovviamente, durante la pandemia la parte di sportswear e casual l’ha fatta da padrone e, anche oggi, quel che vediamo sono nuove attitudini di acquisto. Ogni brand sceglie il proprio mix di prodotti e quel che facciamo è cercare di dare una linea comune. La parte turistica ha ovviamente avuto un certo peso perché erano più legati ai prodotti luxury. Abbiamo però notato che anche il nostro bacino di utenza si sta avvicinando a questa fascia di mercato. Ed è stato confermato anche da un incremento dello scontrino medio.
Vi aspettate di tornare già nel 2022 ai risultati del 2019?
Per il 2022 ci attestiamo su un ritorno del 50% dei turisti. Sul fronte dei risultati, già quest’anno contiamo di essere vicini ai risultati del 2019 e contiamo di mantenerci anche nel 2023 sugli stessi livelli del 2019, mitigando l’effetto del long haul con turisti europei e incrementando lo scontrino medio.