Vent’anni dalla nascita di vente-privee, nel 2019 ribattezzato Veepee. Il fondatore e presidente Jacques-Antoine Granjon svela gli obiettivi di crescita della piattaforma che nel 2001 ha creato le vendite-evento online.
Collaborare direttamente con i brand, mettendo a disposizione della community i prodotti di marca a prezzi esclusivi, solo per pochi giorni, in un ambiente online creativo e coinvolgente. Il tutto con un obiettivo b2b: valorizzare lo stock delle marche proteggendo la loro immagine. Questa la filosofia di Veepee, il gruppo che oggi rappresenta un player europeo da 3,8 miliardi di fatturato, presente in 10 Paesi, con 7.000 brand partner, di cui 900 sono brand italiani, e oltre 66 milioni di iscritti nel mondo.
Quali intuizioni e obiettivi hanno dato inizialmente forma al progetto?
Nel 1985 ho iniziato a lavorare nel destoccaggio di abbigliamento insieme al mio socio Julien Sorbac. Alla fine degli anni ’90, con l’avvento di internet, siamo diventati grossisti digitali, vendendo ai nostri soci in rete e riservando particolare attenzione all’estetica nell’esposizione dei prodotti. Da tali premesse è nato nel 2001 Veepee, che, nel 2005, grazie all’avvento dell’adsl in Francia, ha iniziato a crescere. Nel giro di cinque anni abbiamo raggiunto un fatturato pari a un miliardo di euro. Poi sono iniziati gli anni della maturità, segnati dalla complessità di sviluppare il business all’estero. Dopo l’apertura negli Stati Uniti, nel 2015 abbiamo deciso di concentrarci sull’Europa e di crescere non più organicamente, ma per acquisizioni.
Quali sono le principali acquisizioni che hanno segnato la storia dell’azienda?
Nel 2015 abbiamo acquisito una quota di maggioranza della società belga Vente-exclusive.com, seguita nel 2016 dall’acquisizione di Privalia, rilevata a un prezzo piuttosto alto, quasi 500 milioni di euro, mettendo un grosso debito sulle spalle degli azionisti e sulle mie. L’integrazione è stata complessa, avevamo otto piattaforme, ora siamo arrivati ad averne una sulla quale possiamo sviluppare tutti i servizi.
Quali strategie state attivando per essere competitivi sul mercato?
Veepee è un’azienda basata sulla qualità dell’offerta e orientata al b2b, poiché il nostro servizio consiste nel prenderci cura dell’inventario dei marchi. Quindi, se soddisfiamo il marchio e otteniamo una buona offerta, soddisfiamo anche i nostri soci. Nel farlo, siamo stati pionieri in Europa. Poi, con lo sviluppo di internet, è arrivata la concorrenza.
In quale misura i player dell’e-commerce impattano il vostro business?
Amazon vende a chiunque con modalità vantaggiose prodotti a prezzo pieno, come Zalando, ma si tratta di un altro modello di business rispetto al nostro. Il nostro obiettivo è semplice: per il b2b, vogliamo essere l’azienda presso la quale i marchi trovano le soluzioni più efficaci per liberarsi delle loro scorte in eccesso; per il b2c, il luogo digitale al quale i consumatori in Europa si rivolgono consapevoli che, ogni volta che visiteranno il sito, avranno una sorpresa, otterranno promozioni e vivranno la migliore esperienza di acquisto di marchi offerti a prezzo competitivo. Questo è Veepee, un po’ frustrante se arrivi agli eventi in ritardo per acquistare i prodotti. Abbiamo un traffico quotidiano dai 4 ai 5 milioni di persone e questo è la nostra forza. Il nostro ‘tasso di stickiness’, ovvero il traffico ricorrente di chi quotidianamente torna ogni giorno sul sito, è altissimo.
La gestione dei resi rappresenta un costo importante per il commercio online. Come la affrontate?
I tassi di reso nei Paesi latini, Francia, Italia e Spagna, sono piuttosto bassi, sebbene stiano aumentando con lo sviluppo dell’infrastruttura, mentre in Germania sono più alti. Per far fronte a questa problematica, abbiamo ideato ‘Re-turn’, un servizio volto alla gestione dei resi attraverso una piattaforma dedicata, che consente la rivendita dei prodotti direttamente tra gli utenti, per evitare di generare flussi logistici addizionali. Abbiamo testato il servizio in Francia, dove sta riscuotendo un grande successo e conta già circa 2 milioni di account utenti registrati sulla piattaforma dedicata. Nel 2022 lo lanceremo anche in Italia.
Come avete reagito alla situazine pandemica? Quali sono, ad oggi, le vostre previsioni di crescita?
Il primo lockdown ha avuto un forte impatto, non sapevamo cosa sarebbe successo. Ho deciso di lasciare aperto il sito, fare le vendite, informare i clienti che avremmo consegnato appena possibile e mettere in sicurezza i nostri magazzini. Durante la crisi, i punti vendita fisici sono rimasti chiusi e i brand hanno avuto la necessità di canali distributivi alternativi per vendere la loro merce. Noi li abbiamo aiutati a venderla. Ora è diverso, i negozi hanno riaperto, i marchi hanno investito nei loro shop online e ridotto la produzione anche a causa dell’enorme aumento del costo dei trasporti. È una situazione complessa per tutte le compagnie internet. Veepee ha un modello di business molto difensivo, marchi e sconti piacciono a tutti, ma stiamo lottando per ottenere gli stock.
Come state performando nell’anno in corso, in relazione al 2020 e al 2019?
Siamo cresciuti molto dal 2019 al 2020 e ora siamo tornati ai livelli pre-Covid in tutte le categorie merceologiche, tranne la categoria ‘viaggi’, nella quale abbiamo dimezzato le vendite rispetto al 2019. Il nostro fatturato dipende totalmente dagli inventari dei marchi, ecco perché stiamo valutando di sviluppare business in altre direzioni.
A livello di mercati, come si posiziona l’Italia?
L’Italia è un mercato molto forte e promettente, perché è un Paese ricco di creatività, con una vocazione b2b e gli italiani amano i brand. C’è competizione tra Spagna e Italia, ma quest’ultima sta crescendo più velocemente.
Quali chiavi di sviluppo prevede il piano strategico?
In primo luogo, la conclusione dell’integrazione per arrivare ad avere un’unica piattaforma. In secondo luogo, il lancio di ‘Re-cycle’, un’iniziativa pensata per aiutare i nostri brand partner a rispondere alle sfide del settore moda, dove i clienti aspirano a un consumo più responsabile. ‘Re-cycle’ permette agli utenti di spedire a Veepee dei prodotti usati della marca partner per dare loro una seconda vita, in cambio di un buono acquisto da utilizzare sul sito o nello store fisico del brand.