Vivienne Westwood ha reagito positivamente all’emergenza sanitaria. Il fatturato 2020 dello storico marchio inglese è sceso del 9% a quota 42,13 milioni di sterline (49,22 milioni di euro), con un utile lordo in diminuzione del 10,35%, a 22,32 milioni di sterline (26,08 milioni di euro), con un flusso di cassa operativo significativamente più elevato. L’utile ante imposte, riporta Fashion Network Uk, è passato da 2,7 a 3,9 milioni di sterline e l’utile netto ha raggiunto i 2,88 milioni di sterline, contro gli 1,83 milioni di sterline dell’esercizio precedente.
Sebbene le vendite provenienti dalle boutique monobrand di proprietà siano diminuite del 46,61% rispetto al 2019, Vivienne Westwood ha visto un significativo aumento dello shopping online. Proprio grazie al +111% del canale e-commerce, i ricavi complessivi delle vendite al dettaglio sono diminuiti solo del 3,52% rispetto all’esercizio precedente. Il commercio all’ingrosso è calato di appena l’1,04% rispetto al 2019.
L’azienda inglese è riuscita a tagliare i costi del 7,42%, raggiungendo un margine lordo del 53%, leggermente inferiore al 53,8% del 2019. Westwood indica che le sue percentuali di margine rimangono vulnerabili a causa delle difficoltà incontrate dal settore della vendita al dettaglio nel suo insieme, e precisa che sta attualmente rivedendo la politica dei prezzi per rimediare a questo problema. Il brand punta su mercati come Cina e Stati Uniti, parallelamente spera di aumentare la propria quota di mercato in Europa, in primis in Francia, Italia e Germania, oltre che in Asia.
Oltre all’omonima collezione svelata in formato digitale durante l’ultima fashion week londinese, la maison ha presentato le proposte della linea Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood primavera/estate 2022 attraverso una sfilata co-ed nei giorni della Paris fashion week. La fondatrice della casa di moda è da sempre in prima linea contro l’inquinamento ambientale, come dimostra la recente partecipazione alla campagna ‘Letters to the Earth’, lanciata in collaborazione con Culture Declares Emergency.