Crocs cerca di schivare gli ostacoli della supply chain. Le catene di approvvigionamento di tutto il mondo sono in panne, dalla Cina al sud-est asiatico fino ai porti Usa, ma il marchio dei celebri zoccoli di plastica sembra uscirne quasi indenne. Consacrata a fenomeno del lockdown, con vendite che potrebbero raggiungere i 2,27 miliardi di dollari quest’anno, Crocs ha spiegato di avere messo a punto una strategia per non soccombere alla congestione dell’intera filiera produttiva, facendo balzare in avanti il titolo del 9,32% a Wall Street alla chiusura di ieri.
L’amministratore delegato Andrew Rees, riporta la Cnbc, ha spiegato che un vantaggio chiave per l’azienda risiede proprio nell’essenzialità delle sue calzature, facili da realizzare e quindi con un iter produttivo più agile da spostare quando necessario.
“Le nostre scarpe sono davvero semplici – ha dichiarato il CEO – quindi fare dei cambiamenti a livello di fabbriche può essere molto, molto veloce. Il nostro zoccolo classico ha tre componenti, di cui due realizzati in loco, quindi non c’è tanta logistica esterna. Riteniamo di essere competitivi in termini di rapidità della produzione”.
Crocs ha iniziato a diversificare la sua produzione all’estero, in particolare per quanto riguarda i suoi stabilimenti in Vietnam, nella morsa delle restrizioni pandemiche. L’area ha tradizionalmente rappresentato una fetta significativa della base manifatturiera di Crocs, di cui avrebbe dovuto rappresentare circa il 70% della produzione entro la fine di quest’anno. A breve termine, analogamente, la società ha dichiarato di aver ritirato parte della sua produzione in Cina e Bosnia e di stare aumentando invece la presenza in Indonesia.
Intanto, per evitare enormi ingorghi nei porti della West Coast degli Stati Uniti, la società ha affermato di stare presidiando la costa orientale per raggiungere i propri clienti d’oltreoceano. Aggiungendo di aver incrementato il trasporto aereo anziché navale.
“Daremo priorità ai nostri canali più importanti”, ha proseguito Rees. Il marchio prevede l’aumento dell’inflazione per l’anno a venire, principalmente a causa dell’aumento dei costi di trasporti, merci e salari. La stessa Crocs ha già leggermente aumentato i prezzi di alcune delle sue calzature. “Stiamo esaminando in modo proattivo altre misure che possiamo attuare per compensare eventuali pressioni inflazionistiche”, ha detto agli analisti il direttore finanziario Anne Mehlman.
Dalla sua parte Crocs ha il momento estremamente fortunato che sta interessando il segmento del casual wear, grazie al quale le azioni della società sono aumentate di oltre il 140% nell’intero anno e la capitalizzazione ha raggiunto i 9,3 miliardi di dollari (circa 8 miliardi di euro).