Investire nella formazione dei lavoratori della moda, nella trasmissione delle competenze e nell’innovazione: sono questi gli obiettivi primari del protocollo d’intesa ‘Il lavoro buono’, firmato ieri a Milano, nella prestigiosa sede di Palazzo Reale, dalla Camera nazionale della moda italiana e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
A presenziare all’evento il ministro Andrea Orlando, il presidente di Cnmi Carlo Capasa e la consigliera del Ministro del lavoro Cristina Tajani, precedentemente assessora con delega alla moda nelle giunte Pisapia e Sala, in qualità di moderatrice. Un riconoscimento istituzionale atteso e significativo per il mondo della moda e un gesto di sinergia importante per il settore e la città di Milano.
Al centro dell’accordo ci sono azioni condivise per sostenere processi di innovazione nel campo della formazione e del trasferimento delle competenze in favore delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese della filiera, tese a migliorare la capacità produttiva delle aziende.
“Il settore della moda rappresenta una filiera strategica del made in Italy”, è intervenuto per primo Orlando. “Con l’accordo ci impegniamo nella promozione di programmi regionali di riqualificazione degli addetti, nel mantenimento dei livelli occupazionali nelle aziende che aderiscono ai programmi di riqualificazione e nella promozione di programmi di formazione professionale nelle aziende, tutelando il diritto del lavoratore a una formazione continua quale strumento fondamentale per affrontare le transizioni occupazionali. Quello di oggi è un segnale molto importante perché può fare da apripista anche ad altri segmenti produttivi in cui il trasferimento di competenze può aiutare lavoratori e imprese a mantenere alti i livelli occupazionali e di competitività”.
“I grandi brand – è intervenuto Capasa, prima di apporre simbolicamente la firma al protocollo insieme al ministro – sono i driver che, attraverso la produzione, la comunicazione e il marketing consentono ai prodotti, realizzati con la partecipazione essenziale di tante pmi italiane, di raggiungere clienti in ogni parte del mondo. Solo i primi 16 brand della nostra associazione rappresentano il 32% del fatturato totale dell’Industria della moda italiana. Il protocollo firmato oggi segna un importante riconoscimento del nostro comparto come filiera strategica per il rilancio del Paese.” Aggiunge il presidente: “Le competenze e la loro valorizzazione sono da sempre il motore del nostro Made in Italy. E proprio in questo senso il protocollo promuove politiche che supportino il trasferimento del know how e prevede incentivi per supportare programmi di formazione per upskilling e reskilling dei lavoratori. Con il massimo impegno in questa direzione degli associati di Cnmi.”
Nei prossimi cinque anni il settore avrà necessità di 40mila professionisti formati su nuove competenze digitali. In quest’ottica l’accordo prevede l’avvio di programmi regionali, anche attingendo agli strumenti e alle risorse previste dal Pnrr, al fine di favorire percorsi virtuosi di trasferimento delle competenze e di riqualificazione degli addetti, volti al mantenimento dei livelli occupazionali nelle aziende.
Verranno inoltre promossi programmi di formazione professionale nelle aziende che tutelino il diritto dei lavoratori a una formazione continua. Al fine di monitorare e indirizzare l’esecuzione del protocollo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e Camera nazionale della moda italiana hanno costituito un gruppo di lavoro stabile che con cadenza annuale rendiconterà i risultati prodotti dagli interventi realizzati.
“Noi spesso non siamo abbastanza orgogliosi di cosa rappresenta il made in Italy della moda nel mondo”, ha spiegato orgogliosamente Capasa. “Facciamo più del 70% della produzione dell’alto di gamma, per esempio. Siamo primi in Europa col 46%, seguiti dai tedeschi con l’11%: sono tutti primati che ogni tanto dovremmo ricordare”.
Se la Camera della moda rappresenta i più importanti brand italiani, allora la firma del protocollo non può che essere “una presa d’atto di responsabilità: mettiamo il nostro know-how a disposizione per costruire qualcosa di buono per il futuro del nostro settore”.