Puma guarda al futuro con ambizione. Il CEO dell’azienda tedesca di sportswear, Bjorn Gulden, ha raccontato al quotidiano finanziario Handelsblatt di stare rivedendo al rialzo le stime di vendita “a lungo termine”, prevedendo si assesteranno a quota 10 miliardi di euro. Quasi un raddoppio per il gruppo che si appresta a chiudere un terzo trimestre prospettato da Gulden come molto positivo.
Il secondo quarter, terminato alla fine di giugno, aveva già infuso notevole ottimismo a Puma, con vendite in aumento del 96% su base annua a poco meno di 1,6 miliardi di euro e l’ebit aumentato a circa 109 milioni di euro (contro il rosso di 115 milioni nel corrispondente periodo del 2020). Proprio i risultati raggiunti in termini di crescita e di redditività avevano già spinto il gruppo a rivedere l’outlook “di almeno il 20% nell’anno finanziario 2021”.
Una previsione andata incontro, come dichiarato dall’AD, a un ancor più positiva revisione, anche sull’onda dell’ottimismo con cui l’azienda guarda al prossimo trimestre autunnale, il quarto del corrente fiscal year.
La guidance di Puma sembra quindi seguire una parabola inversa a quella di Nike che, a fronte dei medesimi rallentamenti nella supply chain, rappresentati soprattutto dalla chiusura delle fabbriche in Vietnam per via dell’imperversare del Covid, è stata rivista al ribasso con, seppur temporanee, conseguenze per il suo titolo in Borsa.