Assocalzaturifici fa il punto dell’anno appena passato. Nei giorni scorsi si è tenuta a Bologna l’Assemblea Annuale dell’associazione nazionale di categoria, svoltasi in forma privata ma con l’aspettativa di un nuovo incontro in presenza alla fine del 2021 in cui verrano ripresi e ampliati i temi affrontati.
L’impatto del Covid-19 sul settore, tra i più duramente colpiti, ha spinto il calzaturiero a investire ancora di più sui temi portanti del prossimo futuro. La sostenibilità, in primo luogo, non può che essere tra le assolute priorità: Assocalzaturifici ha appena registrato il marchio green VCS – Verified & Certified Steps che potrà essere concesso alle aziende capaci di raggiungere e ottenere uno standard qualitativo secondo determinati requisiti di sostenibilità.
Parallelamente si svolgerà la partita finanziaria, in cui si inserisce il progetto FinDynamic, sottoscritto insieme a Unicredit. Attraverso una gestione più smart e tecnologica della supply chain, l’iniziativa prevede la costituzione di accordi lungo la filiera produttiva, affinché la liquidità delle imprese capo-filiera sia impiegata a supporto dei fornitori virtuosi, attraverso un sistema di scontistica dinamica.
Su questo fronte, un altro accordo importante è stato siglato con uno degli acceleratori di start-up più importanti al mondo: Startup Boot Camp Fashion Tech. “Con loro – ha spiegato il presidente di Assocalzaturifici, Siro Badon – l’associazione potrà contare su una organizzazione internazionale che ci aiuterà a trovare, incubare e infine accelerare due start-up all’anno specifiche per il nostro settore che aiutino e agevolino il mondo della sostenibilità in chiave tecnologica e aiutino Micam nel lungo processo di digitalizzazione”.
Lo sguardo è poi rivolto a tre progetti innovativi dedicati alle oltre 550 aziende associate ad Assocalzaturifici: uno per creare un match digitale tra domanda internazionale di saper fare italiano e le aziende industriali e artigiane capaci di portare un know-how unico e di incredibile valore aggiunto; un altro per costruire un vero e proprio marketplace dedicato al consumatore finale e aperto alle aziende dell’eccellenza manifatturiera italiana e, infine, un ultimo progetto legato alla tracciabilità dei prodotti che si serve della tecnologia blockchain. Per quest’ultimo, l’associazione sta lavorando con un consorzio leader in Italia che ha già all’attivo diversi progetti nell’ambito del comparto luxury.
Riguardo le ripercussioni della crisi pandemica, non è mancato l’inevitabile bilancio del settore, già anticipato in occasione del rinnovo del Ccnl. Nel 2020 il calzaturiero ha perso circa 1/4 del fatturato attestandosi a 10,72 miliardi di euro (-25,2% sul 2019) e della produzione nazionale. Forti riduzioni si sono registrate sia nell’interscambio commerciale che nei consumi interni. Al crollo dei livelli di attività nella prima parte dell’anno, causato dal lockdown, ha fatto seguito, nei due trimestri successivi, solo un’attenuazione della caduta (rimasta peraltro a doppia cifra), anziché un rimbalzo.
I temi chiave per la ripresa, come emerso dall’assemblea, rimangono la resilienza del settore, che sta lottando per superare indenne questo momento di crisi, la sostenibilità, gli investimento in formazione, ricerca e innovazione.