Volge al termine il blocco dei licenziamenti. La data stabilita, come previsto dal Decreto Sostegni bis, è il 1° luglio, ma alcuni settori resteranno congelati. Tra questi, l’intero comparto moda: tessile, calzaturiero, abbigliamento saranno esentati dal decadere della misura introdotta per attenuare le conseguenze economiche della pandemia.
In seguito a numerose discussioni interne alla maggioranza, il governo ha scelto di adottare la linea selettiva, proposta dal ministro del lavoro Andrea Orlando, che verrà ufficializzata in un decreto legge approvato entro domani 30 giugno.
Per i settori della moda, il divieto dei licenziamenti sarà prorogato fino alla fine di ottobre e le aziende coinvolte avranno ancora a disposizione, per questo nuovo intervallo di tempo, la cassa integrazione per l’emergenza Covid, che in via straordinaria sarà resa disponibile per altre 13 settimane anche per le aziende degli altri comparti produttivi che versino in condizioni di particolare crisi e abbiano esaurito tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione.
Alla cabina di regia tenutasi ieri a Palazzo Chigi hanno partecipato insieme a Mario Draghi i capidelegazione dei partiti con l’obiettivo di giungere a un compromesso i cui esiti, già quasi interamente svelati, saranno discussi dal premier questo pomeriggio insieme ai rappresentati dei sindacati. Durante il fine settimana, questi ultimi, sostenuti da alcuni partiti della maggioranza, erano scesi in piazza prospettando come lo sblocco dei licenziamenti avrebbe innescato una ‘bomba sociale’ e opponendosi dunque alla linea selettiva che poi ha prevalso in sede di governo.
Il decreto in cantiere, oltre allo sblocco dei licenziamenti, conterrà anche l’estensione fino al 31 agosto dello stop all’invio delle cartelle esattoriali e la sospensione a partire dal 1° luglio del ‘cashback’, introdotto nel 2020 dal governo Conte per incoraggiare l’utilizzo di bancomat e carte di credito attraverso un sistema che premia con dei rimborsi chi ne faccia frequente uso nei negozi.
Intanto, comunque, la proroga fa tirare un sospiro di sollievo all’industria della moda italiana, particolarmente vessata dalla pandemia e con un’urgente necessità di ridare linfa vitale alle proprie filiere produttive.