Cosa si intende con insetting e offsetting? Qual è la differenza tra zero emissioni e zero impatti? Cosa significa diventare carbon-neutral o essere net-zero? E ancora, la Climate Strategy è la nuova business strategy? Se è oggi molto diffusa la consapevolezza che il riscaldamento globale è in buona parte causato dall’aumento dei gas serra nell’atmosfera, strettamente correlato alle attività umane, quali siano i migliori percorsi da adottare in risposta all’emergenza climatica da parte non solo degli individui, ma delle organizzazioni, sembra essere meno evidente. Con il Green Deal europeo l’Unione Europea si sta impegnando a ridurre le proprie emissioni per almeno il 55% entro il 2030 con un obiettivo ambizioso di neutralità entro il 2050.
La scelta di procedere a partire dalla definizione di obiettivi science-based è un approccio che allinea la strategia di sostenibilità di un’azienda con la scienza ambientale più recente. Partire dal framework teorico dei planetary boundaries – confini planetari, quei limiti legati non solo alle emissioni di Co2 ma anche, ad esempio, all’uso del fosforo – significa prende le mosse da obiettivi in termini di emissioni volti a mantenere le temperature globali ben al di sotto del riscaldamento di 1,5°C. La recente convergenza del mondo scientifico su questi dati, e sulle modalità di registrarli e gestirli, rappresenta un vero cambiamento di paradigma nella definizione degli obiettivi, talvolta in passato enunciati come slogan senza un reale impegno verso il loro rispetto. Adottarli, d’altro canto, richiede un cambiamento audace sistematico e talvolta perfino disruptive rispetto ai modelli di business correnti.
Secondo i calcoli di Quantis le emissioni lungo la catena di valore (definiti Scope3) arrivano ad essere sei volte maggiori rispetto a quelle dirette (Scope 1 e 2). Identificati i punti nodali, bisognerà risalire alle cause, per poter intervenire. Che si tratti di pratiche obsolete o scarsa attenzione ai fattori ambientali in alcuni punti lungo la catena del valore, l’esperienza consulenziale indica nella collaborazione la chiave per la risoluzione. Con i propri fornitori, che potranno essere coinvolti nel viaggio verso la sostenibilità ed introdotti alla visione più ampia e attuale rispetto ai Planetary Boundaries, così come con gli altri attori del mercato. La maggior parte delle aziende si trovano nella stessa situazione e con la stessa complessa supply chain. Collaborando, attraverso iniziative pre- competitive, si è in grado di condividere le conoscenze, le esperienze e di andare più veloci. Quando si tratta di metodo è poi necessario avere una base solida: ricorrere a tutte le conoscenze e ai database di input e output disponibili oggi e migliorarli quando è possibile. La cosa importante è essere coerenti e trasparenti nel monitorare i progressi e nell’apportare quei cambiamenti. Mappare, essere trasparenti e aperti alla collaborazione.
In sintesi, per Climate Strategy si intende stabilire obiettivi basati sulla scienza e su una quantificazione puntuale dei propri impatti per attivare un percorso virtuoso verso la sostenibilità della propria attività e costruire una tabella di marcia per raggiungerli. attraverso la scelta di azioni e innovazioni da adottare, catene del valore, prodotti e modelli di business.
Della Climate Strategy fa parte anche l’impostazione della corretta governance del processo. Nella convinzione che, tenendo ferma la metafora del journey, la crescita avviene tappa dopo tappa, al raggiungimento di ogni obiettivo aumenterà ancora la motivazione per arrivare al successivo. Il grande interrogativo dei business è come attivare il consenso dei Board e dei vertici aziendali rispetto ad un’iniziativa? Il consenso, l’engagement a diversi livelli, all’esterno e all’interno dell’azienda, è fondamentale. Ma la realtà è che pur con un forte impegno, si tratta pur sempre di un processo complesso. E questo è dovuto al fatto che ci troviamo di fronte a priorità contrastanti, come KPI ambientali vs finanziari, o obiettivi a breve termine vs obiettivi a lungo termine. Il Climate Change è infatti uno dei rischi più importanti con cui un’azienda deve confrontarsi. L’attenzione al rischio climatico non ha nulla a che fare con l’etica o la morale, ma significa adempiere alla mission aziendale di costruire valore nel tempo: allineare la propria business strategy all’ambiente significa renderla resiliente e minimizzare rischi operativi, reputazionali e rispetto all’attrattività sul mercato del talento, e nei confronti dei consumatori.
Ancora una volta, Climate Strategy è Business Strategy, non una moda “verde” passeggera. D’altro canto, sottolinea Quantis, bisogna coinvolgere le persone, attivare l’entusiasmo, l’impegno e la motivazione di tutti i team, coinvolgerli per far sì che questa strategia diventi anche la loro. La sostenibilità deve “uscire” dalla funzione preposta, e diventare obiettivo di tutta l’azienda. Se un forte sostegno da parte della leadership è fondamentale per definire, implementare e raggiungere con successo gli obiettivi appena fissati, uno storytelling che prenda le mosse dalla scienza può essere di valore anche per coinvolgere tutti i colleghi e dare
forma a comunicazioni credibili, in un contesto in cui i consumatori con sempre maggiore forza stanno chiedendo conto alle aziende delle scelte fatte in passato, delle dichiarazioni al mercato – che devono essere puntuali, trasparenti e verificabili – e delle strategie future. Infine, bisogna poi essere tenaci e pazienti. I grandi cambiamenti non avvengono da un giorno all’altro, anche se piacerebbe a tutti. Come detto, bisogna partire da azioni semplici ed impattanti, ma concrete e verificabili per poi
affrontare quelle sempre più ambiziose. Assicurandoci di avere tutti a bordo, fino al 2030 ed oltre.
Per approfondire:
Quantis ha affrontato il tema della Climate Strategy nell’appuntamento di ESGAcademy dello scorso 4 giugno, modulo che verrà ripetuto nei prossimi percorsi; è giunta al terzo di un ciclo di una serie di appuntamenti a tema “Tutto quello che dobbiamo sapere per costruire una climate strategy”, – ultimo webinar CSR Manager Network, il prossimo 8 luglio; è sempre dedicato alla Climate Strategy l’appuntamento del prossimo 18 giugno, dedicato al settore Beauty & Personal Care riservato ai soci di Cosmetica Italia dal titolo “Carbon neutrality, Net-Zero, Net-Positive: da buzz comunicativo a roadmap concreta”.