Gli Usa hanno temporaneamente deposto le armi nella guerra ai dazi con l’Europa. Si tratta di uno stand-by di sei mesi che l’amministrazione Biden ha concordato come gesto distensivo in vista del primo viaggio in Europa del neoeletto presidente. La sospensione dei dazi addizionali, che arriverebbero a una sovrattassa del 25%, riguarderà sei Paesi europei tra cui l’Italia, la quale tira un sospiro di sollievo insieme ad Austria, Spagna, Gran Bretagna, India e Turchia. Una sanzione punitiva da parte degli Stati Uniti che si inserisce nel solco della diatriba sulla digital tax, la pesante tassazione imposta dal vecchio continente ai colossi del tech (perlopiù d’Oltreoceano) e considerata troppo onerosa e lesiva per l’economia del Paese.
Le nuove tariffe imposte da Washington colpirebbero, qualora non si dovesse trovare una mediazione tra gli attori coinvolti, l’import di beni di consumo made in Italy tra cui abbigliamento, borse e calzature, per oltre 380 milioni di dollari (circa 313 milioni di euro). Considerando gli altri Stati coinvolti, la somma di import complessivo colpito dai dazi avrebbe raggiunto i 2 miliardi di dollari, di cui 800 milioni dalla Gran Bretagna e 300 dalla Spagna.
“Con le esportazioni del made in Italy che sono più che raddoppiate negli Usa (+113%) è importante la sospensione per sei mesi dei dazi aggiuntivi a sei Paesi, tra cui l’Italia, nell’ambito delle dispute sulla digital tax”, ha commentato Coldiretti sulla base degli ultimi dati Istat sul commercio estero nel mese di aprile. La rappresentante commerciale degli Usa Katerine Tai, intanto, ha sottolineato l’esigenza prioritaria di trovare un accordo di negoziazione riguardo le tassazioni internazionali; le fa eco la Commissione Ue, che ha accolto favorevolmente la decisione di sospendere provvisoriamente le imposte statunitensi in seno all‘Ocse e al G20.