Il Covid-19 penalizza i conti di Safilo che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 780,3 milioni di euro, in calo del 16,9% (15,2% a cambi costanti) rispetto ai 939 milioni di euro registrati nel 2019. Il margine operativo lordo adjusted è stato pari a 1 milione di euro, in sensibile calo rispetto ai 65,4 milioni di euro registrati nel 2019, mentre il risultato operativo adjusted ha mostrato un rosso pari a 54,3 milioni di euro, rispetto all’utile di 3,7 milioni di euro registrato nel 2019. I dodici mesi si son così chiusi con un risultato netto adjusted in rosso per 46,5 milioni, che si confronta con la perdita di 6 milioni dell’anno prima.
“Nel 2020 – ha commentato Angelo Trocchia, AD di Safilo -, il nostro business online è cresciuto esponenzialmente, contribuendo per circa 100 milioni di euro alle vendite totali del gruppo, arrivando a rappresentarne il 13% dal circa 4% nel 2019. Questa è stata per noi una chiara scelta strategica presa prima dell’inizio della pandemia e sulla quale abbiamo investito nel corso dell’anno”.
“Manteniamo un atteggiamento di prudenza sulle prospettive per l’anno in corso – ha continuato il numero uno dell’azienda di eyewear -, in attesa di ulteriori evidenze di mercato che confermino una solida ripresa della stagione sole. Il principale presupposto del nostro lavoro oggi risiede nell’opportunità per il nostro business, sia di proprietà che in licenza, di compensare efficacemente le attività cessate e in uscita, e nel proseguimento del nostro programma di riduzione dei costi volto a recuperare un profilo reddituale più positivo”.
Contestualmente alla pubblicazione dei risultati annuali, Safilo ha comunicato l’intenzione di chiudere il sito produttivo di Ormož in Slovenia a far data da giugno 2021. Detta chiusura, “nel quadro del riallineamento della capacità industriale del gruppo alle attuali e future esigenze produttive”, coinvolgerà 557 dipendenti. Questo intervento segue quelli occorsi in Italia nel corso del 2020, con la chiusura delle attività dello stabilimento di Martignacco e la riorganizzazione dello stabilimento di Longarone, ancora in corso. “La già complessa situazione del sito sloveno a livello di riduzione di volumi, dovuta alla fine degli accordi di produzione di importanti brand in licenza ed al trend in continua crescita verso prodotti in acetato, apprezzati dai clienti ottici e dai consumatori per qualità e prestigio, è stata aggravata dall’emergenza Covid-19 ed è diventata strutturale e non sostenibile per gli anni a venire”, si legge nella nota di Safilo.