Roberto Cavalli torna a ruggire. Oggi la griffe italiana svela le immagini della prima collezione ideata da Fausto Puglisi cui lo scorso autunno è stato affidato il timone creativo. Pochi giorni fa, l’account Instagram del brand ha fatto piazza pulita del proprio archivio per dare massima visibilità al nuovo corso stilistico intrapreso insieme al designer siciliano.
Nel 2015, il norvegese Peter Dundas aveva ricevuto dallo stesso Cavalli la direzione creativa, sostituito però dopo appena tre stagioni dall’inglese Paul Surridge, attivo fino al 2019, anno in cui la casa di moda è passata da Clessidra Sgr al fondatore e presidente di Damac Properties, Hussain Sajwani, attraverso la sua società di investimenti privati Vision Investments. Nonostante i promettenti curricula, i precedenti designer non sono riusciti a emulare i successi raggiunti dall’omonimo fondatore, appannando l’immagine della label, da sempre fondata sul mix esplosivo di sensualità e ribellione.
Oltre a Puglisi, lo scorso anno è stato segnato dall’arrivo di Ennio Fontana nel ruolo di direttore generale, seguito dall’addio del CEO Gian Giacomo Ferraris mentre, pochi giorni fa, è stato annunciato l’ingresso di Antonella Leoni alla direzione del marketing.
In sei settimane, Puglisi ha realizzato quella che descrive come “stagione zero”. L’ampia collezione autunno/inverno 2021-22 di Roberto Cavalli rispecchia il cambiamento della società contemporanea tra emergenza sanitaria e lockdown a intermittenza. Agli immancabili abiti da sera si affianca una ricca gamma di indumenti daywear: “Nel 2021 non è semplice declinare il sogno hollywoodiano all’interno della quotidianità. Ho attinto dalle origini di Roberto Cavalli che nasce come denimwear in grado di sperimentare tinture, lavaggi e applicazioni innovative. Ho disegnato tutto io a mano, senza l’ausilio del computer, cercando di interpretare un dna potente che la gente non ha dimenticato”, dichiara Puglisi a Pambianconews. La nuova linfa che caratterizza sia la collezione maschile sia quella femminile è rappresentata dalle proposte casual che strizzano l’occhio alla Z Generation: felpe, maxi t-shirt, piumini, parka e numerosi indumenti in denim. La svolta creativa viene sintetizzata in una bandiera spogliata di qualsiasi valenza politica che ha per protagoniste le due stampe animalier emblema della collezione. Il manto zebrato e le macchie di leopardo, da sempre espressione dello stile Cavalli, vengono ora utilizzati in maniera inedita, pittorica e grafica, bagnate in una tintura corvina.
“La collezione include anche cose mai fatte da me, ad esempio ci sono solo stampe animalier, nuance neutre e nero, nessun colore primario. Oggi i codici della sensualità sono cambiati. Anche una call su Zoom diventa un evento, ma si sceglie un look più rilassato. Questo tipo di dimensione è espressa dalla maglieria in jaquard di ciniglia, da blazer, camicie, bluse, pantaloni”. I circa 600 pezzi includono anche gli accessori: borse animalier, logomania e una semplice ‘C’ decorativa, simile a un sigillo reale. Il mondo delle calzature ingloba stivali cuissard, sneakers e décolleté i cui tacchi riprendono il profilo di artigli felini.
“Cavalli, Gucci e Versace sono i tre brand in assoluto più citati nelle canzoni rap quindi dalla cultura popolare che nasce nelle periferie. Un marchio così intriso di italianità è riuscito ad arrivare nel Bronx, nel quartiere di Harlem e quindi ai giovani. Ho attinto alla fluidità di genere, a valori come l’inclusività, rappresentati dalla serie ‘Euphoria’ con la mia amica Zendaya“. Lo stilista sottolinea l’importanza di mescolare il glamour dei red carpet con lo streetwear: “Ho sempre amato mixare l’alto e il basso, la mia playlist Spotify passa da Beethoven agli AC/DC a Katy Perry“. Sulla scia di questi contrasti nascono le felpe decorate da candide piume e stampe di zanne mannare. I bermuda da wrestler convivono con maxi collier dorati a forma di tigri. Le voluminose gonne di raso sono indossate insieme agli anfibi.
A causa dell’emergenza sanitaria la presentazione della collezione non avverrà attraverso una sfilata tradizionale, ma la voglia di stupire è solo in stand-by: “Notte degli Oscar, feste a Cannes, sfilate all’Arco della Pace. Con una tradizione simile il debutto in passerella non sarebbe potuto avvenire a porte chiuse, quello di Cavalli deve essere necessariamente un evento d’impatto”, spiega lo stilista dallo showroom in via Bagutta. Puglisi, che ha curato anche la linea kidswear ritornata in house dopo la licenza con Simonetta, ha immaginato le sue creazioni per un cliente globale: “Oggi un ragazzo di Berlino veste come uno di Shanghai e Los Angeles, certo i lessici possono differire ma non esiste più un total look, si mixa Cavalli con le sneakers Nike e il pezzo di Zara. Ho voluto creare un guardaroba delle meraviglie da cui ognuno può prendere quello che vuole e interpretarlo in maniera personale”. Il designer bene l’importanza crescente che i nuovi modelli di comunicazione rappresentano per il fashion system: ” Cavalli sarà un continuo ping pong tra il sogno hollywoodiano e la strada, le modalità sono molteplici. ‘Strada’ significa in primis social perché arrivano subito alla gente”, conclude Puglisi che mira a conquistare anche lo star system statunitense, da Kim Kardashian a Jennifer Lopez, veloce come un giaguaro.
