Milano abbassa il sipario e passa il testimone a Parigi. Dopo la fashion week meneghina dedicata al menswear, a partire da oggi, e fino a domenica 24, le luci si accendono all’ombra della Torre Eiffel. Il calendario stilato dalla Fédération de la Haute Couture et de la Mode comprende esclusivamente appuntamenti digitali, proprio come avvenuto a Milano dove le maison del lusso e i brand emergenti hanno saputo coinvolgere gli spettatori anche attraverso lo schermo dei propri device. Show dopo show è stato possibile assistere a una sorta di palinsesto visivo ricco di contenuti pensati non solo per mostrare le collezioni, ma, spesso, anche per intrattenere il popolo della moda da casa, e non solo.
Venerdì 15 Ermenegildo Zegna XXX ha inaugurato la manifestazione con un video dal sapore cinematografico che ha riscosso feedback molto positivi dagli addetti ai lavori. In qualche modo tweet e messaggi hanno sostituito gli applausi di fine passerella al designer Alessandro Sartori che è riuscito a interpretare con precisione la contemporaneità stilistica ai tempi della pandemia, tra leisurewear e una nuova formalità. A causa delle restrizioni sanitarie hanno dovuto rinunciare al parterre in sala pochi giorni prima della sfilata ma gli show di Etro e Fendi, inizialmente pensati per un pubblico in presenza, hanno mantenuto alta l’attenzione grazie a regia, scenografie e soundtrack in grado di esaltare le proposte stilistiche. Il talk tra Miuccia Prada, Raf Simons e alcuni giovani studenti provenienti da tutto il mondo al termine della sfilata di Prada è stato tra gli appuntamenti più attesi. Sunnei ha esordito nel mondo del gaming con un progetto in grado di coinvolgere la community globale, K-Way ha svelato il nuovo headquarter meneghino del gruppo BasicNet, l’ex fabbrica di gomme in via Aprica con uno show all’insegna del colore. Msgm e Tod’s hanno tradotto in immagini il proprio linguaggio di riferimento, reciprocamente tra streetwear e sartorialità. Il video di Church’s, dal sapore molto british, ha strappato più di un sorriso. Kiton ha saputo raccontare il proprio heritage con un breve documentario. Woolrich e Numero 00 hanno immerso lo spettatore in un ambiente innevato. Vaderetro ha messo in scena un mini-film non lontano dal linguaggio del cinema d’autore, Serdar ha fatto ballare grazie alle coreografie in balera. Magliano e Federico Cina hanno entrambi confermato una chiara visione d’identità non solo stilistica ma anche visiva testimoniata da cortometraggi brevi ma studiati nei minimi particolari. Magliano ha scelto di affiancare le sue creazioni all’arte, Cina continua a rendere omaggio al suo dna romagnolo. Han Kjøbenhavn ha dato vita a una vera e propria pierce teatrale. Children of Discordance ha affiancato le sue creazioni agli ambienti trap. Paura di Danilo Paura e APN73 si sono soffermati sugli ambienti urbani mentre Dalpaos e Gall hanno preferito veicolare lo loro collezioni immerse nella natura.
Nel calendario francese spiccano i big Berluti, Hermès, Louis Vuitton, Dior, Jil Sander, Isabel Marant, Dries Van Noten, Loewe e Paul Smith che dopo alcuni anni abbandona il formato co-ed. Presenti anche le sperimentazioni di Jw Anderson, Issey Miyake, Rick Owens, Yohji Yamamoto e Thom Browne. Dal 25 al 28 gennaio sarà il turno l’haute couture, sempre in versione virtuale.