Tra le tante e più svariate domande che in questo periodo gli addetti ai lavori si pongono su come sarà la moda con la riapertura, una delle più rilevanti riguarda uno dei perni del suo sistema: il negozio monomarca. Flagship, piccolo, centrale, delocalizzato, franchising, diretto, outlet, su strada, in centro commerciale o aeroporto, lo store dovrà affrontare un repentino e completo cambio di scenario. “Repentino”, perché i tempi sono stati dettati dall’epidemia, la quale, come una bomba nucleare, segna un punto di discontinuità nella storia. “Completo”, perché il mutamento toccherà tutti gli ambiti: a livello di consumatore, di gestione degli spazi di vendita, del magazzino, e, soprattutto, di rapporto con quel mondo tecnologico e virtuale che, prima, era considerato poco più di un gadget. Tralasciando in questo editoriale il canale wholesale, tutt’oggi per molti brand il prevalente, ma sulla cui evoluzione non mi sento ancora di fare previsioni, tante e svariate sono le variabili in campo, per quanto riguarda il monomarca si possono azzardare alcune ipotesi. o store si trasformerà, probabilmente e ancora di più, da “terminale di vendita”, a “snodo nevralgico” per il brand. Un hub in cui il consumatore potrà guardare la collezione, senza necessariamente provare i capi, magari perché uno scanner in tempo reale rileverà la sua taglia; si potranno vedere su schermi le varianti di materiali e colori; si potranno ritirare prodotti acquistati online, magari anche tramite sportelli su strada h24. Ma lo store sarà sempre di più anche un hub logistico, un magazzino virtuale “peer to peer” da cui partiranno le spedizioni degli acquisti online, ottimizzando i percorsi e il livello di giacenza dell’azienda. Insomma, il negozio diventerà un ibrido tra showroom di esposizione e hub distributivo per l’e-commerce, senza tralasciare la sua vecchia funzione di luogo di acquisto, che però uscirà notevolmente ridimensionata: si ridurrà ulteriormente la superficie media dei punti vendita, con una diversa ripartizione degli spazi tra esposizione e magazzino. A completare la trasformazione tecnologica mi immagino un sistema cashierless, senza persone alla cassa, in cui il consumatore uscirà in autonomia dal punto vendita con addebito automatico sulla propria cart o sul cellulare della merce ritirata. Quindi senza più l’uso del contante che, di questi tempi, non piace a nessuno. Certo, nessuno di questi trend è una novità assoluta, ma la differenza è che prima rappresentavano un possibile domani, adesso sono l’oggi obbligatorio.