“La filiera produttiva è come una catena, se si interrompe un anello si rischia di interrompere tutto”, con questa metafora Riccardo Peruffo riassume la situazione delle aziende del settore moda Italia durante l’attuale emergenza Covid-19. Il titolare e CEO di Peserico, azienda di abbigliamento donna fondata quasi 60 anni fa a Cornedo Vicentino da sua madre, espone a Pambianconews il suo punto di vista partendo dall’inizio dell’allarme sanitario: “Avendo anche negozi in Cina, già a dicembre ci eravamo resi conto della gravità della situazione. Però non pensavamo che il problema arrivasse così velocemente anche in Europa. Da metà febbraio, dopo i casi dei contagi a Vo’ Euganeo, i clienti hanno iniziato a non recarsi più in Italia per gli ordini e l’interruzione di Milano Moda Donna ha contribuito a diffondere la preoccupazione generale”.
Peserico ha sin da subito messo in atto le precauzioni aziendali per salvaguardare i propri lavoratori, tutti muniti di mascherine e distanziati di 2 metri. Sono stati organizzati dei turni di lavoro e dato il via alla modalità di lavoro smart working.
“Per salvaguardare la vendita della collezione A/I 2020-21 abbiamo sperimentato modalità di vendita diverse allestendo una sorta di showroom virtuale con video realizzati da noi e inoltrati ai clienti. Così facendo abbiamo salvaguardato il 20% degli ordini. Tutte le tempistiche stanno cambiando. Ad esempio, molti imprenditori hanno scelto di cancellare la resort 2021, solitamente fissata per maggio. Dall’America è arrivato un vademecum che esorta a non stoccare i capi dell’attuale P/E fermi nei negozi, ma a riproporli il prossimo anno”, spiega l’imprenditore che da lunedì prossimo riaprirà gli impianti produttivi, attualmente impegnati nella realizzazione di 15mila mascherine per la cittadina vicentina.
Il giudizio sull’operato statale segue una doppia pista: “Il governo italiano si è comportato in modo eccellente per quanto concerne la gestione dell’emergenza sanitaria, trattandosi di una situazione unica nella storia dell’umanità. Dal punto di vista economico è stata una gestione carente, perché le aziende stanno avendo forte difficoltà. Noi abbiamo avuto il 100% di insoluti a causa della chiusura di tutti i negozi. Vogliamo portare avanti i nostri impegni e abbiamo pagato tutte le ricevute di marzo e pagheremo autonomamente quelle di aprile. Apprezzo invece l’intervento per gli ammortizzatori sociali per la produzione, ma lo Stato avrebbe potuto far continuare la produzione controllando la messa in sicurezza in modo capillare, stoppando tutto si crea un problema reale. Noi abbiamo metà della P/E 2020 pronta in magazzino da metà febbraio, ma non riusciamo a consegnarla. Stiamo producendo l’A/I 2020-21 e quindi abbiamo anticipato già i costi delle materie prime e stiamo impostando una collezione P/E 2021 con poche certezze”, ammette il manager dell’azienda che dovrebbe chiudere il fatturato consolidato 2019 a quota 80 milioni di euro. Peserico, per cui il mercato nazionale pesa per il 25%, conta 20 negozi monomarca a gestione diretta, 40 in partnership ed è presente in oltre 1.200 store multibrand nel mondo.
Per il futuro Peruffo spera in una decelerazione dei tempi del sistema moda, proprio come auspicato da Giorgio Armani: “Tutte le aziende fanno una corsa a chi consegna prima. Invece, bisogna riscoprire la qualità, investire più tempo nella ricerca. Non possiamo più consegnare collezioni che non rispecchiano i tempi in cui vengono vendute”.