Flessione dei buyer per l’ultima edizione di Pitti Bimbo svoltasi a Firenze dal 16 al 18 gennaio. I dati d’affluenza finale hanno fatto registrare un numero di compratori che ha raggiunto le circa 5.900 presenze, in calo del 7,8% rispetto a un anno fa. Sul dato, comunica l’organizzazione, pesa soprattutto il risultato dei compratori italiani, mentre i buyer internazionali superano le 2.300 presenze da quasi 80 Paesi esteri. Tra i mercati esteri spicca la Russia, tornata a essere il primo mercato di riferimento del salone, seguita da Francia e Turchia; performance positive per i buyer da Stati Uniti, Cina, Ucraina ed Emirati Arabi. Complessivamente i visitatori hanno raggiunto le 10mila presenze totali, in linea con gli ingressi di un anno fa.
I dati della manifestazione dedicata al childrenswear rispecchiano quelli della 97esima edizione di Pitti Uomo (7-10 gennaio), dove le presenze, causa soprattutto la bassa affluenza nel primo giorno, hanno registrato un calo del 10% rispetto allo scorso anno. La percentuale estera ha contato 8.300 presenze rispetto alle 9.100 di gennaio 2019.
“Il kidswear sta indubbiamente vivendo una fase di evoluzione complessa, di cui tutti gli operatori sono consapevoli – ha dichiarato il direttore generale di Pitti Immagine Agostino Poletto –, tra le difficoltà dei consumi interni italiani ancora piuttosto accentuate, alcuni mercati e scenari internazionali che registrano criticità, e soprattutto un cambiamento di paradigma nel mercato, che fa sì che alcuni segmenti di prodotto tradizionali soffrano di più rispetto ad altri. La qualità delle presenze dei buyer, rappresentanti sia di punti vendita fisici sia online e con una geografia sempre più estesa, più della loro quantità, assieme gli investimenti che faremo su format di presentazione sempre più innovativi, questi per noi saranno elementi sempre più strategici”.